Le osservazioni astronomiche sono sempre più ad alta risoluzione

Nuovo metodo EHT per osservare buchi neri supermassicci nello spazio profondo: ricercatori testano approccio innovativo con subset di telescopi.

Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Un team internazionale di astronomi ha testato con successo un nuovo metodo per osservare oggetti nello spazio profondo, in particolare buchi neri supermassicci, utilizzando una parte della rete di osservatori del progetto Event Horizon Telescope (EHT). I risultati, pubblicati in un recente studio, mostrano la più alta risoluzione mai ottenuta da osservazioni spaziali basate a terra.

Questa innovativa tecnica rappresenta un significativo passo avanti nell'imaging dei buchi neri, promettendo di risolvere alcuni dei misteri che circondano questi enormi oggetti cosmici. Gli scienziati prevedono di ottenere immagini con una risoluzione circa il 50% superiore rispetto alle precedenti osservazioni, permettendo di studiare in dettaglio fenomeni come l'attrazione e l'accelerazione della materia a velocità quasi relativistiche.

L'EHT, una collaborazione globale che collega diversi radiotelescopi in un unico "telescopio virtuale" delle dimensioni della Terra, ha già fatto storia catturando le prime immagini dei buchi neri supermassicci al centro della Via Lattea (Sgr A*) e della galassia Messier 87 (M87*).

Questa tecnica offrirebbe un nuovo modo di studiare i buchi neri.

Il nuovo esperimento si è concentrato su una frequenza radio di 345 GHz, corrispondente a una lunghezza d'onda di 0,87 mm. Anche se non sono state prodotte immagini concrete a causa del numero limitato di antenne utilizzate, i test hanno dimostrato la capacità di osservare dettagli fino a 19 microarcosecondi.

Prospettive future

Gli astronomi prevedono che, utilizzando l'intera rete di telescopi EHT, si potranno raggiungere dettagli fino a 13 microarcosecondi. Per comprendere la portata di questa risoluzione, sarebbe paragonabile all'osservazione di un tappo di bottiglia sulla Luna dalla Terra.

L'European Southern Observatory (ESO) sottolinea che le prime immagini storiche delle ombre dei buchi neri sono state catturate osservando gli obiettivi a una lunghezza d'onda di 1,3 mm, che rappresentava il "limite assoluto" della nitidezza dell'immagine. La nuova tecnica promette di superare questo limite.

Questo avanzamento tecnologico apre nuove prospettive per lo studio dei buchi neri supermassicci e dei fenomeni estremi che li circondano. Gli scienziati sperano di poter presto affrontare alcune delle questioni più intriganti riguardanti questi giganti cosmici, fornendo dati cruciali per comprendere meglio la fisica dell'universo estremo.

Leggi altri articoli