A Milano si è svolto un notevole esperimento. Condotto da ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), il progetto CityFlows è servito per raccogliere dati importanti sul traffico pedonale, e a dimostrare che un sistema di videocamere e IA può aiutarci a comprendere meglio la realtà.
Allo stesso tempo, però, questa ricerca ha anche messo sotto osservazione una piazza dove passano 350mila persone al giorno, osservandone con estrema precisione i movimenti. ENEA ha specificato che i dati sono stati trattati nel rispetto delle regole e che sono stati anonimizzati - ma è noto che “deanonimizzare” un’informazione di questo tipo è spesso fin troppo facile.
Lo studio ha permesso di comprendere alcuni aspetti del movimento pedonale, che potrebbero poi rivelarsi utili a chi si dovrà occupare della progettazione urbanistica. Soprattutto, però, il progetto CityFlows vuole segnare un punto di riferimento per ricerche future, avendo dimostrato che il sistema funziona.
C’è anche un problema di sorveglianza indebita? Al momento no, e nella documentazione pubblicata MDPI non si parla certo di riconoscimento facciale. O meglio, il sistema di Enea è sì in grado di distinguere un volto umano da quello di un cane, ma non sembra che ci siano gli elementi per distinguere le persone l’una dall’altra.
D’altra parte una volta acquisiti i dati diventa uno scherzo usare un software di riconoscimento facciale. Vale per la piazza Duca D’Aosta a Milano - teatro di questo esperimento - come qualunque luogo al mondo dove ci sono delle videocamere.