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La teoria della relatività generale si riconferma valida dopo una serie di test

Più di 100 anni dopo che Albert Einstein ha presentato la sua teoria della gravità, gli scienziati di tutto il mondo continuano i loro sforzi per trovare difetti nella relatività generale, che aprirebbero una finestra su una nuova fisica al di là della nostra attuale comprensione teorica dell'Universo.

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Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Pubblicato il 04/01/2022 alle 12:30

Michael Kramer del Max Planck Institute for Radio Astronomy (MPIfR) di Bonn, in Germania, a capo di un team internazionale di ricerca, ha affermato: "Abbiamo studiato un sistema di stelle compatte che è un laboratorio senza rivali per testare le teorie gravitazionali in presenza di campi gravitazionali molto forti. Per la nostra gioia siamo stati in grado di testare una pietra angolare della teoria di Einstein, l'energia trasportata dalle onde gravitazionali, con una precisione che è 25 volte migliore rispetto alla pulsarHulse-Taylor vincitrice del premio Nobel, e 1000 volte migliore di quanto attualmente possibile con i rivelatori di onde gravitazionali". Le osservazioni ricavate non solo sono in accordo con la teoria, "ma siamo stati anche in grado di vedere effetti che non potevano essere studiati prima".

I ricercatori hanno anche misurato – con una precisione di 1 parte su un milione (!) – che l'orbita cambia il suo orientamento, un effetto relativistico ben noto anche dall'orbita di Mercurio, ma qui 140.000 volte più forte. Si sono resi conto che a questo livello di precisione devono anche considerare l'impatto della rotazione della pulsar sullo spazio-tempo circostante, che viene "trascinato" con la pulsar rotante.

Norbert Wex del MPIfR, un altro autore principale dello studio, spiega: "I fisici chiamano questo l'effetto Lense-Thirring o frame-dragging. Nel nostro esperimento significa che dobbiamo considerare la struttura interna di una pulsar come una stella di neutroni. Quindi, le nostre misurazioni ci consentono per la prima volta di utilizzare il tracciamento di precisione delle rotazioni della stella di neutroni, una tecnica che chiamiamo temporizzazione delle pulsar per fornire vincoli sull'estensione di una stella di neutroni".

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La tecnica della temporizzazione delle pulsar è stata combinata con attente misurazioni interferometriche del sistema per determinarne la distanza con immagini ad alta risoluzione, ottenendo un valore di 2400 anni luce con solo l'8% di margine di errore. Il membro del team Adam fDeller, della Swinburne University in Australia e responsabile di questa parte dell'esperimento, ha sottolinea to come i risultati sono complementari a quelli di altri studi sperimentali che testano la gravità in altre condizioni o vedono effetti diversi, come i rilevatori di onde gravitazionali o l'Event Horizon Telescope e completano anche altri esperimenti di pulsar, come quello di temporizzazione con la pulsar in un sistema triplo stellare, che ha fornito un test indipendente (e superbo) dell'universalità della caduta libera.

"Abbiamo raggiunto un livello di precisione senza precedenti. Esperimenti futuri con telescopi ancora più grandi possono e andranno ancora oltre. Il nostro lavoro ha mostrato il modo in cui tali esperimenti devono essere condotti e quali effetti sottili devono ora essere presi in considerazione. E, forse, un giorno troveremo una deviazione dalla relatività generale", ha concluso Kramer.

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