Il 2023 si è rivelato un anno di rilevanza cruciale per l'Italia nel settore energetico; la nazione ha consumato complessivamente 306,1 TWh di energia elettrica, includendo le importazioni, con una riduzione del 2,8% rispetto al 2022, presentando un mix energetico in cui le fonti rinnovabili hanno rappresentato il 36,8%.
Nonostante ciò, i dati non sono ancora sufficienti per dichiarare il Paese "verde", nonostante la significativa riduzione dell'uso del carbone. È quanto emerge dal report annuale di Terna, l'azienda responsabile della gestione di gran parte dell'infrastruttura energetica italiana. Dell'intero totale, le fonti rinnovabili hanno rappresentato, come detto, il 36,8%, con una suddivisione che vede il 38,2% proveniente dall'idroelettrico (+36,1% rispetto al 2022), il 28,4% dall'eolico (+15,1%), il 14% dal fotovoltaico (+10,6%), mentre il resto è attribuibile al termoelettrico e al geotermico, in calo rispettivamente del 17,4% e del 1,9%.
Come anticipato, l'anno appena concluso ha visto un notevole aumento delle fonti rinnovabili in Italia, grazie agli investimenti sia pubblici che privati. Le fonti sostenibili hanno registrato un aumento produttivo del 15,4% rispetto al 2022, una crescita significativa che ha trovato un terreno fertile soprattutto grazie alle infrastrutture di interconnessione, come il Tyrrhenian Link, che hanno agevolato il trasferimento di energia anche verso il Sud Italia.
Questo aumento delle rinnovabili ha comportato una diminuzione della produzione termoelettrica (-17,4% rispetto al 2022), in particolare quella da carbone (-41,7%). Per quanto riguarda i consumi, la domanda di energia elettrica è diminuita rispettivamente del -4% al Nord, del -2% al Centro e del -0,9% al Sud e sulle isole.
Cosa succederà in futuro? L'Italia ha pianificato di installare almeno altri 70 GW di energia rinnovabile nel corso del decennio attuale e del successivo, con un'enfasi particolare sull'energia eolica e solare, soprattutto nelle isole principali. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma realizzabile grazie anche ai sostanziosi investimenti europei nel settore.