Un team internazionale di astronomi ha scoperto il più grande sistema di "getti di buco nero" mai osservato, soprannominato Porphyrion. I getti si estendono per circa 23 milioni di anni luce, equivalenti a 140 Vie Lattee allineate, e si sono formati quando l'universo aveva solo 6,3 miliardi di anni.
Un getto relativistico è un flusso di plasma ad altissima velocità che proviene dal nucleo di alcune galassie attive, come le radiogalassie e i quasar. Questi getti possono estendersi per migliaia, o in alcuni casi, per centinaia di migliaia di anni luce.
La scoperta, pubblicata il 18 settembre sulla rivista Nature, fornisce nuove informazioni sulle prime fasi di formazione delle galassie e sull'evoluzione dell'universo primordiale. I ricercatori ritengono che strutture come Porphyrion possano aver avuto un ruolo cruciale nell'influenzare la crescita delle galassie e la distribuzione di energia su scale cosmiche.
Il sistema di getti è stato rilevato grazie al radiotelescopio europeo LOFAR (Low Frequency Array), nell'ambito di una vasta campagna di osservazione che ha già catalogato oltre 10.000 sistemi di getti di buchi neri. Secondo Martin Hardcastle, co-autore dello studio, "era emozionante vedere emergere così tanti di questi oggetti" utilizzando LOFAR.
Porphyrion si trova al centro di una galassia circa 10 volte più grande della Via Lattea, situata a 7,5 miliardi di anni luce dalla Terra. I suoi getti si estendono per il 40% in più rispetto al precedente record, detenuto dal sistema Alcyoneus scoperto nel 2022 dallo stesso team.
La scoperta è particolarmente significativa perché Porphyrion si è formato in un'epoca in cui l'universo era molto più giovane e denso. Come spiega Martijn Oei, autore principale dello studio: "Se getti distanti come questi possono raggiungere la scala della rete cosmica, allora ogni luogo dell'universo potrebbe essere stato influenzato dall'attività dei buchi neri in qualche momento del tempo cosmico".
Un'inaspettata modalità di emissione
Un altro aspetto sorprendente di Porphyrion è la sua "modalità" di emissione. Nonostante la sua età e la classificazione come buco nero in modalità radiativa (tipica dell'universo giovane), è riuscito comunque a emettere getti enormi. Questo suggerisce che potrebbero essere esistite molte strutture simili, e forse anche più grandi, nelle prime fasi dell'universo.
Secondo Oei, "potremmo star guardando solo la punta dell'iceberg. Il nostro sondaggio LOFAR ha coperto solo il 15% del cielo. E la maggior parte di questi getti giganti sono probabilmente difficili da individuare, quindi crediamo che ce ne siano molti altri là fuori".
La scoperta di Porphyrion apre nuove prospettive per comprendere l'evoluzione delle galassie e la struttura su larga scala dell'universo. Ulteriori osservazioni con LOFAR e altri strumenti potrebbero rivelare altri sistemi simili, fornendo un quadro più completo dei processi che hanno plasmato il cosmo nelle sue prime fasi di vita.