Ricercatori dell'University College London hanno sviluppato gli spaghetti più sottili del mondo, realizzati con nanofibre di amido di soli 372 nanometri di larghezza, una dimensione inferiore ad alcune lunghezze d'onda della luce e invisibile ad occhio nudo. Questa innovazione è stata pubblicata sulla rivista Nanoscale Advances.
Sebbene l'idea di spaghetti ultra-sottili possa sembrare curiosa (d'altronde sarebbero impossibili da mangiare, cuocendosi fin troppo in meno di un secondo), l'uso delle nanofibre di amido ha potenziali applicazioni mediche significative. Ad esempio, potrebbero essere utilizzate in bendaggi avanzati per favorire la guarigione delle ferite, offrendo protezione contro i batteri pur permettendo il passaggio dell'umidità. I ricercatori hanno adottato un processo di elettrofilatura, una tecnica che utilizza una carica elettrica per tirare un composto di farina e liquido attraverso microscopici fori metallici, formando fili di dimensioni nanometriche.
Attualmente, la tecnologia necessita di ulteriori studi prima di poter trovare applicazione pratica in ambito medico, ma rappresenta un passo avanti verso la produzione sostenibile di nanofibre di amido. Questo metodo potrebbe infatti ridurre significativamente l'impatto ambientale rispetto ai processi convenzionali di raffinazione dell'amido da cellule vegetali. La ricerca promette di aprire nuove frontiere nell'utilizzo di materiali biocompatibili per migliorare la cura e la protezione delle ferite, sfruttando materiali facilmente reperibili e tecnicamente trasformabili come la semplice farina da cucina.
La nanotecnologia nel campo medico sta aprendo, dunque, nuove e affascinanti frontiere. Un esempio recente è lo sviluppo di nanofibre di amido, create programmando con estrema precisione le molecole per ottenere filamenti incredibilmente sottili, utili non solo in ambito medico ma anche in altre applicazioni industriali e ambientali.
Il metodo d'elettrofilatura, la tecnica dipinta nel testo iniziale, ha significativamente migliorato l'efficacia di produzione delle nanofibre. Questa tecnica rimanda al concetto più ampio delle nanotecnologie applicate alla materia, un settore che continua a esplorare modalità innovative per manipolare e costruire materiali su scala atomica e molecolare.
La storia delle nanotecnologie è relativamente giovane, con sviluppi significativi che sono iniziati negli anni '80. Ad esempio, il fulcro della ricerca in nanotecnologia era, e in molti casi continua ad essere, la creazione di materiali con nuove proprietà, ottenuti manipolando gli atomi uno a uno.
In campo medico, le nanotecnologie si propongono non solo per la creazione di nuovi farmaci o tecniche di chirurgia, ma anche per la produzione di materiali avanzati, come i bendaggi con nanofibre di amido. Questi ultimi rappresentano una soluzione eco-compatibile ed efficiente per la cura delle ferite, dimostrando come la tecnologia possa armonizzare progresso scientifico e attenzione per l'ambiente.