Collisioni planetarie e oceani antichi: ecco cosa ci svela il misterioso strato D" della Terra

Nuove ricerche suggeriscono che lo strato D" al confine tra nucleo e mantello terrestre potrebbe essersi formato a seguito di un enorme impatto.

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a cura di Giulia Di Venere

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Uno studio recentemente condotto dai ricercatori Dr. Qingyang Hu del Center for High Pressure Science and Technology Advanced Research e Dr. Jie Deng dell'Università di Princeton fornisce nuovi spunti sulle origini della misteriosa zona D" che si trova al confine tra il nucleo e il mantello della Terra. Questa area potrebbe essere il risultato delle conseguenze di un massiccio impatto avvenuto ai primordi del nostro pianeta.

La zona D", situata a circa 3.000 chilometri di profondità, è caratterizzata da un'eterogeneità notevole: il suo spessore varia in modo significativo in diversi punti, fino a diventare talvolta assente. Resa così affascinante dalle sue irregolarità, tale regione ha suscitato un grande interesse tra i geofisici. Il nuovo modello proposto dagli scienziati attribuisce la particolare composizione di questa zona agli effetti residui di un evento catastrofico in cui un oggetto grande quanto Marte ha impattato la Terra primordiale, generando un vasto oceano di magma.

Il lavoro degli scienziati non solo offre una spiegazione plausibile per le peculiarità della zona D", ma apre anche nuove strade per comprendere meglio la storia e la struttura interna del nostro pianeta.

Il Dr. Deng ha sottolineato una rilevante presenza di acqua in questo oceano di magma, la cui origine è ancora oggetto di dibattito. Le teorie principali suggeriscono che l'acqua potrebbe essere stata creata da reazioni tra i gas della nebulosa e il magma, o essere stata consegnata direttamente da comete. "Prevale l'idea", spiega Deng, "che l'acqua si sia concentrata verso il fondo dell'oceano di magma a mano a mano che questo si raffreddava. Nelle ultime fasi, il magma vicino al nucleo poteva contenere volumi d'acqua comparabili agli oceani terrestri attuali."

Le condizioni estreme di pressione e temperatura nella parte più profonda dell'oceano di magma hanno favorito reazioni chimiche insolite tra l'acqua e i minerali. "La nostra ricerca suggerisce che queste condizioni hanno promosso la formazione di una fase ricca di ferro chiamata perossido di ferro-magnesio", ha affermato Hu. Questo perossido, di formula (Fe, Mg)O2, si accumulava in strati che potevano variare fino a decine di chilometri di spessore.

"Le nostre ricerche suggeriscono che il perossido di ferro, formatosi dall'antica acqua nell'oceano di magma, ha svolto un ruolo cruciale nella creazione delle strutture eterogenee della zona D"", ha concluso Hu. Questa forte affinità del perossido per il ferro crea un netto contrasto di densità tra le aree ricche di ferro e il mantello circostante, funzionando come un isolante e spiegando così la persistente eterogeneità osservata alla base del mantello inferiore.

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