Anche la Cina ha in cantiere la sua versione del Neuralink di Elon Musk

la cina vuole sviluppare la propria tecnologia cibernetica

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a cura di Marco Silvestri

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Mentre Neuralink è alla ricerca di persone con quadriplegia per sperimentare il suo brain-computer, la Cina sembra intenzionata a proporre un'alternativa simile. Secondo Bloomberg, il paese sta formando un comitato incaricato di redigere standard e linee guida per l'utilizzo di interfacce cervello-computer. Al contempo, il Ministero dell'Industria e della Tecnologia dell'Informazione cinese ha recentemente annunciato un piano per sviluppare un brain-computer "made in China".

Il comitato ha invitato esperti industriali e tecnici provenienti da aziende, istituti di ricerca, università e altri settori pertinenti a fornire commenti per guidare lo sviluppo di questi standard. Sebbene questa sia ancora un'area di ricerca tecnica relativamente nuova, finora la partecipazione della Cina è stata principalmente accademica. Le interfacce cervello-computer utilizzano segnali provenienti dal cervello per controllare dispositivi esterni, come nel caso di un arto robotico controllato col pensiero.

Nel frattempo, Neuralink di Elon Musk ha già avviato sperimentazioni cliniche della sua versione della tecnologia. Già nel 2022, la società Synchron, con sede a New York, stava testando una tecnologia simile che permetteva a un paziente di controllare il proprio iPad con il pensiero, inviando persino messaggi di testo semplicemente pensandoli.

Recentemente, il presidente cinese Xi Jinping ha esortato il paese a lavorare di più sull'innovazione domestica. La Cina, infatti, affronta restrizioni severe nell'accesso a molte tecnologie di aziende occidentali, aspetto che rende cruciale innovare in settori strategici dominati da altri paesi.

In un'altra iniziativa per ampliare l'innovazione del paese, la Cina ha investito miliardi di dollari nel settore dei semiconduttori. Gli Stati Uniti hanno già limitato l'accesso della Cina alla tecnologia dei chip e stanno valutando ulteriori sanzioni.

Nonostante gli sforzi della Cina siano stati finora principalmente limitati a gruppi di ricerca affiliati alle università, il paese ha già ottenuto alcuni successi nello sviluppo della tecnologia brain-computer. In marzo, un paziente paralizzato ha riportato un certo recupero della mobilità dopo che l'Università di Tsinghua ha impiantato un dispositivo del genere nel suo cervello.

Il nuovo comitato cinese spera di “ascoltare le opinioni di tutte le parti interessate” per giungere a una strategia d'azione condivisa e sviluppare questo settore di grande interesse.

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