Pellet | I migliori del 2023

I pellet sono essenziali per il corretto funzionamento della stufa a pellet e in questo articolo abbiamo selezionato quelli di alta qualità.

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a cura di Dario De Vita

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Avete da poco acquistato una stufa a pellet e ora siete in cerca di un buon combustibile per alimentarla? Di seguito vi consigliamo una serie di confezioni di pellet che potete acquistare online, certificate con i più alti standard di qualità.

Siamo sempre alla continua ricerca di miglioramenti, con lo scopo di mantenere le nostre guide all'acquisto sempre aggiornate. In questo caso non abbiamo sentito la necessità di apportare modifiche, né al testo né ai prodotti consigliati. Rimaniamo quindi in attesa di un evoluzione del mercato, soprattutto per quanto riguarda i prezzi delle confezioni di pellet, vendute ancora oggi a cifre molto più alte rispetto al 2021.

Come saprete, il pellet è un combustibile ricavato dal legno atto a far produrre calore alle migliori stufe a pellet. Anche se ottima, una stufa a pellet non riuscirebbe da sola a funzionare a pieno regime, dal momento che il combustibile assume un ruolo importante per il riscaldamento della casa. Se di scarsa qualità, quest'ultimo produrrà un calore minimo, oltre che creare tanta cenere, impedendo di fatto alla stufa di operare in maniera ottimale.

Un buon pellet farà quindi la differenza sia negli ambienti piccoli, medi che grandi, ed ecco perché si dovrebbero acquistare solamente confezioni di alta qualità, anche per evitare di creare possibili malfunzionamenti alla stufa, causati dall'umidità e dal relativo deterioramento. Spesso si tende ad acquistare le confezioni più economiche ma, come detto, ciò potrebbe influire negativamente sulla manutenzione della stufa, oltre che sul reale potere calorifico, motivo per cui abbiamo creato una guida all'acquisto che vi consenta non solo di acquistare pellet di alta qualità, ma anche di scoprire come valutare autonomamente se una specifica confezione di pellet è buona o scadente. Approfondiremo quest'ultimo aspetto nella seconda parte dell'articolo, lasciando spazio prima ad alcuni dei migliori pellet disponibili in commercio.

Prima di entrare nel vivo della guida all'acquisto va detto che, allo stato attuale, il pellet costa molto di più rispetto al 2021, quando per una confezione da 15 kg servivano circa 5 euro. Oggi invece è difficile acquistare la stessa confezione per meno di 15-13 euro, anche sui principali portali online. L'aumento di prezzi è dovuto a varie situazioni che si sono venute a creare a partire dal 2022, tra cui la guerra tra Ucraina e Russia, che hanno provocato un aumento del costo del carburante (la maggior parte del pellet arriva dall'estero) e una scarsità delle materie prime. Nonostante il Governo abbia recentemente fatto in modo che il prezzo del pellet si abbassasse, diminuendo l'IVA su di esso dal 22% al 10%, acquistare una confezione da 15 kg risulta ancora molto più costosa rispetto alla spesa che gli italiani erano soliti affrontare un paio di anni fa. Ciò potrebbe spingere gli acquirenti ad acquistare pellet di scarsa qualità, ma questa non è una buona idea, perché un pellet scadente, come anticipato, potrebbe rovinare alcuni componenti della stufa prima del previsto, oltre a non garantire il massimo riscaldamento garantito dalla stufa.

Fatta questa premessa, siamo pronti per passare al punto successivo, vale a dire il più interessante per voi lettori. Vi lasciamo quindi alla scoperta del miglior pellet sul mercato, anticipandovi che per ognuno troverete un breve estratto delle caratteristiche, oltre a link che vi porteranno su uno degli store online, dal quale reperire maggiori informazioni o terminare l'acquisto.


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I migliori pellet

Pellet Comfort Prime

Il pellet Comfort Prime sarà in grado di far produrre alla vostra stufa a pellet il massimo potere calorifico, grazie alla certificazione ENPlus A1, la migliore per quanto concerne il combustibile per questo genere di apparecchio. Tale certificazione, infatti, garantisce un residuo ceneri inferiore allo 0,7% e un potere calorifico di almeno 4,6 kWh per chilogrammo. Le caratteristiche rilasciate dal produttore per questo pellet coincidono con quelle riportate pocanzi, pertanto siamo di fronte a un prodotto capace di spremere al massimo le potenzialità della vostra stufa a pellet durante l'inverno. L'elevata qualità vi consente di utilizzarlo anche per alimentare le caldaie centralizzate, in quanto completamente naturale e privo di contaminanti.

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Pellet Falò

In questo caso, siamo di fronte a pellet il cui legno proviene da alberi di conifera, come ad esempio l'abete, il larice o il pino cembro. Proprio come la precedente soluzione, parliamo di pellet certificato ENPlus A1, con un potere calorifico uguale o superiore a 4,6 kWh per chilogrammo e con un residuo cenere inferiore allo 0,7%. Il produttore dichiara anche l'umidità erogata dal pellet e questa si attesta al di sotto del 10%, il che è davvero ottimo. Come la quasi totalità delle proposte, la singola confezione è da 15kg ma, in base alla disponibilità, è possibile acquistare anche confezioni da 15 o più sacchi.

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Pellet Schultz

Altre confezioni di pellet che saranno soddisfare le vostre esigenze durante il prossimo inverno sono quelle di Schultz. Acquistabile sia in confezione singola che non, questo pellet è molto ecologico e vanta chiaramente un alto potete calorifico. Come per ogni articolo da noi segnalato, dispone la certificazione ENPlus A1, il che lo rende perfetto per far sì che la stufa a pellet emani il massimo calore, oltre che un residuo cenere quasi inesistente. Questo pellet è realizzato in legno di abete di altissima qualità e proviene esclusivamente da foreste considerate sostenibili.

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Pellet Timbory

Se siete alla ricerca di altre alternative valide, allora dovreste considerazione le confezioni di pellet Timbory, le quali vengono proposte dal venditore in sacchi da 10, 20, 40 e 70, ognuno da 15kg. Anche in questo caso, parliamo di pellet di alta qualità, avente certificazione ENPlus A1 e un alto potere calorifico. Il legno di questo prodotto proviene dalle foreste della Repubblica Ceca, ma non da foreste qualsiasi, bensì da quelle controllate e rigenerate periodicamente. Insomma, un pellet 100% naturale e di ottima fattura, perfetto per far funzionare bene la vostra stufa.

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Pellet My Woody

Tra i migliori pellet per la vostra stufa segnaliamo anche la soluzione di Woody, che propone il suo legno 100% faggio e abete certificato EnPlus A1. Anche in questo caso siamo di fronte ad un pellet con potere calorifico vicinissimo ai 5 kWh per chilogrammo, il che vuol dire che la stufa a pallet funzionerà a pieno regime. Come quasi tutte le confezioni di questo materiale, anche questa viene proposta nel sacco da 15kg.

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Come scegliere il pellet

Come anticipato nelle fasi iniziali, acquistare un buon pellet significa non solo permettere alla stufa di funzionare a pieno regime e aumentare il potere calorifico, ma anche di diminuirne la manutenzione, ed ecco perché è fondamentale saper riconoscere un buon pellet da uno scadente. A tal proposito, noi di Tom's Hardware cercheremo di indicarvi la strada giusta da seguire e vi anticipiamo che munirsi di un ottimo pellet sarà un gioco da ragazzi, dal momento che la qualità dipende quasi esclusivamente dalla certificazione di quest'ultimo.

Quali sono le certificazioni del pellet?

Come detto pocanzi, la certificazione è il primo e forse unico fattore che determina se un pellet è di alta, mediocre o scarsa qualità. Se intendete acquistare il meglio, dovrete controllare che il pellet abbia la certificazione EnPlus A1, la più rinomata sia in Europa che nel resto del mondo. Questa attestazione, dunque, vi darà la prova che siete di fronte a un pellet di alta qualità, in grado di sprigionare il più alto potere calorifico e, allo stesso tempo, creare un quantitativo di cenere irrisorio. 

La certificazione EnPlus si divide in 3 categorie; A1, A2 e B. Come avrete capito, la qualità più alta la si ottiene con i prodotti dichiarati A1, ma in molti casi ci si può affidare anche a soluzioni A2, soprattutto per una questione di risparmio. La classe B invece è da escludere perché è quella pensata per uso non domestico, con un residuo cenere molto alto che potrebbe rovinare alcuni componenti della stufa a pellet prima del previsto. Di seguito vi lasciamo le caratteristiche principali delle 3 classi di pellet EnPlus A1:

  • A1: residuo cenere inferiore a 0,7%
  • A2: residuo cenere inferiore a 1,5%
  • B: residuo cenere inferiore a 3,5%

Quanta umidità deve avere il pellet?

Nonostante si tratti di un fattore correlato alla certificazione, è bene controllare l'umidità dichiarata dal produttore. Se il pellet è umido, infatti, il suo potere calorifico non sarà dei migliori, in quanto parte di quest'ultimo si concentrerà nel far evaporare l'umidità e ciò andrà a impattare negativamente anche sulla camera di combustione, la quale tenderà a sporcarsi di più. In sostanza, un buon pellet dovrebbe avere un'umidità inferiore al 8%.

Che potere calorifico deve avere il pellet?

Come avrete notato, nei paragrafi precedenti abbiamo menzionato spesso il potere calorifico perché è questo che permette alla stufa di riscaldare l'ambiente. Se questo è basso, la stufa non riuscirà a funzionare come dovrebbe, o meglio, non raggiungerà le prestazioni per le quali è stata progettata, rendendo il riscaldamento della casa più lento o inefficace. Detto ciò, potremmo dire che anche il potere calorifico va di pari passo con la certificazione del pellet, in quanto con la EnPlus A1 si ha la garanzia di avere un potere calorifico di almeno 4,7 kWh/Kg. A tal proposito, però, occorre dire che i valori superiori a quello segnalato potrebbero essere non veritieri, dato che i produttori tendono a misurarlo allo stato anidro, quanto sarebbe più logico controllarlo tenendo in considerazione il contenuto idrico.

Con quale legno vengono prodotti i pellet?

Come saprete, i pellet non sono tutti uguali ma vengono realizzati in svariati tipi di legno. Tra questi segnaliamo l'abete, il faggio, il frassino e il pioppo ma ce ne sono molti altri. Di solito, i primi due sono i migliori, anche se vale la pena sottolineare che un piccolo ruolo lo può giocare anche la stufa a pellet, la quale potrebbe comportarsi meglio con uno specifico legno piuttosto che un altro. Se entriamo nei particolari, si scopre che il faggio tende ad avere una resa maggiore e scaldare di più, ma produce quantità di cenere più elevate. L'abete invece è l'opposto, in quanto produce meno residui di cenere ma anche un potere calorifico inferiore. Spetta a voi quindi trovare il giusto compromesso, il quale potrebbe trovarsi nei cosiddetti legni dolci e duri. Di seguito una lista dei più noti:

Duri:

  • Faggio
  • Frassino
  • Rovere
  • Betulla
  • Acero
  • Robinia
  • Castagno

Dolci:

  • Abete bianco
  • Larice
  • Abete rosso
  • Ontano
  • Pioppo
  • Pino marittimo

Quanto si risparmia con il pellet?

Se paragoniamo il pellet ad altri sistemi di riscaldamento, questo ne esce vincitore, almeno sotto l'aspetto puramente economico. Il risparmio proviene dal fatto che si tratta di materiali poco densi e con basse spese di trasporto. Mediamente una confezione di 15kg tende a durare un paio di giorni ed è stato calcolato che con una stufa a pellet si risparmia fino al 70% rispetto al GAS, fino al 40% se confrontato con il gasolio e 20% in confronto al metano. Inoltre, si potrebbe risparmiare ancora di più qualora si acquistasse il pellet nei periodi estivi. Tra maggio e luglio, infatti, il prezzo del pellet tende ad essere più basso rispetto ai mesi invernali, per questioni relative a domanda e offerta.

Come riconoscere la qualità del pellet ad occhio

Nonostante la certificazione descritta poc'anzi sia il fattore principale da tenere in considerazione, ci sono diversi "trucchetti" che potrete mettere in pratica per capire se il pellet che avete acquistato è di alta o scarsa qualità. Un modo semplice è quello di vedere se nella confezione è presente o meno la segatura. Se presente in grandi quantità e sotto forma di polvere, significa che la qualità del pellet è scadente, al punto che diventa molto probabile imbattersi in malfunzionamenti. D'altro canto, se il legno è totalmente integro e pieno vuol dire che il prodotto è molto buono. Un altro modo per verificare la qualità è quello di immergere una manciata di pellet dentro un bicchiere d'acqua. In questo caso, sarete di fronte a un buon pellet se quest'ultimo affonda e l'acqua non si intorbidisce.

Come vengono creati i pellet?

I pellet sono costituiti da una varietà di materiali organici, come trucioli di legno, corteccia, segatura e altri sottoprodotti della macinazione del legname. Anche i legni teneri, ossia quelli non adatti alla costruzione, possono essere usati per creare il pellet. Tuttavia, i produttori usano spesso il legno di scarto o i sottoprodotti di altri processi di produzione per produrre il pellet, come ad esempio gambi di mais, paglia e materiali agricoli simili. Qualunque sia il materiale, questo viene macinato da un mulino a martelli e pressato per far sì che le dimensioni, la forma e la densità siano uniformi. Durante questo processo, la temperatura del prodotto aumenta. Una volta raffreddato, viene ridotta l'umidità intorno al 4-8% e il prodotto si indurisce. Il basso contenuto di umidità consente una combustione più lunga e un calore costante, con emissioni di particolato minime.

Quanto costa un sacco di pellet?

Partiamo anzitutto col dire che i sacchi di pellet sono quasi tutti da 15 kg l'uno. Fino al 2021, i prezzi medi per un sacco di pellet erano di circa 5 euro. I vari problemi che hanno afflitto il mondo negli ultimi mesi, tra cui l'invasione russa in Ucraina, hanno causato grossi problemi sulla catena di approvvigionamento, facendo alzare notevolmente i prezzi. Allo stato attuale, è davvero difficile se non impossibile acquistare un sacco di pellet da 15 kg a meno di 10 euro. Spesso si è costretti a spendere anche più di 15 euro, con picchi di 25 euro al sacco. Una situazione certamente poco favorevole per chi utilizza il pellet come fonte di riscaldamento primaria.

Quanti italiani usano il pellet?

Secondo i dati ISTAT, in Italia sono circa il 15% le famiglie che utilizzano il pellet come fonte di riscaldamento, una percentuale superiore sia all'energia elettrica che al GPL, rispettivamente del 8,5% e 5,6%. Domina invece il metano con il suo 68%, mentre all'ultimo posto vi è il gasolio, utilizzato dal 2,6%.

Quanto pellet consumiamo in Italia?

Si stima che in Italia vengano consumati ogni anno 3 tonnellate di pellet. La quasi totalità proviene dall'estero, soprattutto dalla Francia, Austria e Germania. Un'altra parte proviene dalle aree balcaniche, mentre dalla Russia, Bielorussia e Ucraina provengono solo piccole quantità.

Riassunto su come scegliere il pellet

Se preferite non approfondire i vari aspetti del pellet e volete andare dritti al punto, di seguito vi riportiamo un breve riassunto degli aspetti fondamentali relativi alla scelta di questo combustibile.

  • Verificate la certificazione: se avete letto i paragrafi precedenti, sapete che la certificazione è il fattore che riassume la qualità del pellet in una singola etichetta. Questa è di facile lettura e se cercate il meglio per la vostra stufa a pellet dovrete affidarvi a confezioni certificate EnPlus A1.
  • Controllate il marchio/azienda: nonostante la certificazione sopra citata sia sufficiente per capire a che tipo di pellet siamo di fronte, è bene fare una ricerca approfondita sul brand o sull'azienda che vende il pellet, in modo da scoprire come vengono eseguiti i controlli di qualità, la tracciabilità e la trasparenza.
  • Test rapidi: se avete la possibilità, chiedete un campione di pellet cosicché possiate valutare la qualità di persona. Il più delle volte basterà una semplice occhiata ravvicinata per comprendere le proprietà del pellet, anche guardando semplicemente la confezione senza la necessità di aprirla. A tal proposito, controllate che nella confezione non sia presente la segatura che, di solito, è segno di scarsa qualità.
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