Il primo computer nato in Italia, a Pisa, occupava lo spazio di un campo da tennis, ingoiava chilometri di strisce di carta a nastri perforati, ed ha appena compiuto 50 anni. Si chiamava CEP (Calcolatrice Elettronica Pisana), e il CNR ne festeggia il compleanno oggi e domani.
Il CEP era in grado di fare 70mila addizioni al secondo, era dotata di una memoria di 8kB, realizzata a mano con piccoli anelli di ferrite, e lavorava 24 ore su 24, divorando chilometri di nastri di carta. Conteneva 3000 tubi termoionici, 2000 transistor (un i7 ne ha 731 milioni) e 12000 diodi al germano.
Le celebrazioni prevedono diversi dibattiti, che saranno ospitati nella sede pisana del CNR e in un museo cittadino, in occasione dei quali sarà possibile ascoltare protagonisti dell'epoca. L'ingresso è libero, previa iscrizione tramite http://www.cep.cnr.it/.
Il progetto della CEP si deve in parte a Enrico Fermi, e servì alla Olivetti come base per creare l'Elea 9003, il primo calcolatore elettronico per commerciale mai introdotto al mondo; fu presentato alla Fiera di Milano del 1959, ma non arrivo mai ad essere diffuso commercialmente.
Al progetto CEP si deve anche la nascita del corso di laurea in Informatica dell’Università pisana, il primo centro studi sulle calcolatrici elettroniche (Csce) e il più importante centro di calcolo elettronico nazionale (Cnuce) d’Italia, che successivamente sono confluiti nell'attuale CNR pisano.
Ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione.
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