Le CPU multi-core di Intel e AMD degli ultimi anni ci hanno ampiamente dimostrato che “non tutti i core sono uguali”. Alcuni core riescono infatti a raggiungere frequenze più alte di altri, grazie alla capacità di gestire meglio tensioni e temperature.
AMD, con il software Ryzen Master, mostra quali sono i core migliori, anche all’interno dello stesso CCX, permettendo così di ottimizzare il proprio overclock (Windows 1903 contiene altre ottimizzazioni per l’architettura Zen 2, spiegate in questo articolo).
Intel propone addirittura - su alcuni processori - la tecnologia Turbo Boost Max Technology 3.0, che consente al sistema operativo di usare informazioni contenute nella CPU per identificare quali core sono più veloci e indirizzare di conseguenza alcune operazioni a quelle unità. Il tutto è monitorabile da Extreme Tuning Utility (Intel XTU).
La casa di Santa Clara ritiene che la più recente implementazione del Turbo Boost garantisca prestazioni superiori di oltre il 15% con carichi single-thread, proprio grazie all'uso dei core migliori.
Windows 10 supporta già Turbo Boost Max Technology 3.0 e Turbo Boost Technology 2.0, ma in un post sul blog di Windows Microsoft ha spiegato che sono in arrivo ulteriori accorgimenti. La build 19H2 18363.385 rilasciata nel canale Slow nei giorni scorsi contiene infatti nuove ottimizzazioni.
"Una CPU potrebbe avere diversi core preferiti - i processori logici con la classe di scheduling più alta disponibile. Per fornire migliori prestazioni e affidabilità, abbiamo implementato una policy di rotazione che distribuisce il lavoro in modo più equo tra questi core preferiti”, scrive Microsoft.
La casa di Redmond non scrive se questa modifica interesserà le CPU di Intel, AMD o entrambe, quindi è lecito aspettarsi che tali interventi coinvolgano tutte le soluzioni, indistintamente, grazie al lavoro svolto a stretto contatto con gli ingegneri delle rispettive aziende.
Al momento non è chiaro quanto la modifica di Microsoft impatti dal punto di vista prestazionale, né se effettivamente sarà inserito nella versione finale di 19H2. È comunque un'ulteriore dimostrazione di come il software sia una componente imprescindibile per permettere all'hardware di rendere al meglio.