Wearable senza batteria? Li alimenterà il nostro corpo

Una ricerca punta a usare l'energia prodotta dal corpo umano per alimentare i dispositivi indossabili del futuro, che potrebbero essere senza batteria.

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a cura di Marco Pedrani

Caporedattore centrale

Una nuova ricerca apre uno scenario interessante sul futuro dei dispositivi indossabili, che potrebbero funzionare senza batteria grazie a un sistema che è stato battezzato Power-over-Skin e che sfrutterebbe l'energia a radiofrequenza generata naturalmente dal corpo umano.

La tecnologia non richiederebbe nemmeno il contatto diretto con la pelle, visto che sfrutterebbe la radiofrequenza. Secondo la ricerca, il corpo umano è molto efficiente nel produrre onde radio a 40MHz; con un apposito ricevitore, si può catturare questa energia e usarla per alimentare i dispositivi, senza bisogno di metodi invasivi.

I primi esperimenti hanno dimostrato che il metodo funziona con anelli bluetooth, quindi i migliori smart ring potrebbero integrare questa tecnologia prima del previsto. Sono stati condotti dei test con esito positivo anche su patch mediche e altri indossabili.

Il sistema Power-Over-Skin implica diversi vantaggi, dalla possibilità di creare smartwatch e fitness tracker leggerissimi e sottilissimi, vista l'assenza della batteria, al non dover ricaricare mai il dispositivo, che però smetterebbe di funzionare non appena ci allontaniamo e la fonte di energia scompare, un po' come se staccassimo la spina a un elettrodomestico. Inoltre, il dispositivo in questione deve poter funzionare con una quantità ridotta di energia. 

Per il momento, i ricercatori hanno testato il trasmettitore posizionandolo su piede, addome, polso e viso, mentre il ricevitore è stato testato su caviglia, nuca, sterno, bicipiti e indice della mano sinistra. La potenza massima registrata è stata pari a 1,53 mW, mentre la minima è stata di 5,3 μW (microwatt). Trattandosi di radiofrequenza l'energia passa anche attraverso i vestiti; nonostante si riduca e diminuisca l'efficienza, dai test risulta comunque sufficiente per alimentare microprocessori, sensori, display e comunicazioni wireless in diverse parti del corpo.

Ovviamente, nonostante gli ottimi risultati di questa ricerca servirà del tempo prima di vedere la tecnologia implementata in prodotti commerciali. Bisognerà anche valutare con molta attenzione eventuali controindicazioni e possibili effetti collaterali di questo sistema, che non è ancora stato testato in maniera così approfondita.

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