USA: l'arte creata solo dalla IA non è soggetta a copyright

L'intelligenza artificiale continua a sfidare i confini del diritto d'autore nell'arte digitale, ma la giustizia americana ha tracciato una linea netta.

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a cura di Andrea Maiellano

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L'intelligenza artificiale continua a sfidare i confini del diritto d'autore nel mondo dell'arte digitale, ma la giustizia americana ha tracciato una linea netta. Una recente sentenza della corte d'appello federale statunitense ha stabilito che le opere generate autonomamente dall'intelligenza artificiale non possono ricevere tutela copyright, confermando un principio fondamentale: la creatività protetta dalla legge deve nascere, almeno in parte, da un intervento umano. La decisione arriva dopo anni di battaglia legale riguardante "A Recent Entrance to Paradise", un'immagine che secondo lo scienziato informatico Stephen Thaler sarebbe stata generata interamente dalla sua piattaforma "Creativity Machine" nel 2012, senza alcun input creativo umano.

Quando l'autore non è umano: il caso che fa giurisprudenza

La corte d'appello federale ha mantenuto ferma la posizione inizialmente assunta dall'Ufficio Copyright degli Stati Uniti, successivamente confermata da un giudice di grado inferiore. Entrambe le istituzioni hanno respinto la richiesta di Thaler di registrare il copyright per un'opera che lui stesso ha dichiarato essere stata creata interamente in modo autonomo dalla sua intelligenza artificiale.

L'intelligenza artificiale può creare, ma non può essere un autore secondo la legge.

L'immagine in questione, visualizzabile pubblicamente su Wikipedia sotto licenza Creative Commons, rappresenta una visione onirica che lo scienziato informatico sostiene essere stata concepita e realizzata senza intervento umano diretto nel processo creativo. Secondo Thaler, "Creativity Machine" avrebbe prodotto l'opera in completa autonomia, sollevando interrogativi fondamentali su cosa significhi essere "autore" nell'era digitale.

Il requisito dell'intervento umano rimane irrinunciabile

La decisione della corte stabilisce un precedente significativo in un'epoca in cui le tecnologie generative stanno rivoluzionando il panorama creativo. Nonostante i progressi tecnologici, il sistema giuridico americano continua a ritenere essenziale che vi sia almeno un contributo umano iniziale per poter riconoscere la protezione del copyright.

Questo verdetto arriva in un momento critico per l'industria creativa, quando strumenti di intelligenza artificiale generativa come DALL-E, Midjourney e Stable Diffusion stanno producendo immagini di qualità sempre più elevata, spesso indistinguibili da quelle create da artisti umani. La sentenza potrebbe avere ripercussioni significative su come queste tecnologie verranno utilizzate e commercializzate in futuro.

Implicazioni per il futuro della creatività digitale

La decisione solleva interrogativi fondamentali sul valore attribuito alla creatività nell'era dell'intelligenza artificiale. Se la legge riconosce protezione solo alle opere con intervento umano, quale sarà lo status delle innumerevoli creazioni generate da algoritmi sempre più sofisticati?

Gli esperti di diritto della proprietà intellettuale osservano che questa sentenza non chiude definitivamente il dibattito, ma stabilisce parametri più chiari. Le opere generate con significativo input umano nella progettazione, selezione o curatela potrebbero ancora qualificarsi per la protezione, mentre quelle create in completa autonomia rimarrebbero nel pubblico dominio.

Paradossalmente, questa limitazione potrebbe incentivare una maggiore collaborazione uomo-macchina nel processo creativo, piuttosto che scoraggiare l'uso dell'intelligenza artificiale nelle arti. Gli sviluppatori potrebbero concentrarsi sulla creazione di strumenti che amplificano la creatività umana invece di sostituirla completamente.

Un dibattito destinato a evolversi

Mentre il caso specifico di "A Recent Entrance to Paradise" sembra giunto a conclusione, il dibattito più ampio su intelligenza artificiale e proprietà intellettuale è appena iniziato. La velocità con cui la tecnologia avanza continua a sfidare i sistemi giuridici tradizionali, costringendoli a riconsiderare costantemente i principi fondamentali che regolano la creatività e l'innovazione.

La decisione della corte d'appello federale rappresenta un momento di chiarezza in un panorama altrimenti nebuloso, affermando che, almeno per ora, nel sistema legale americano l'essere umano rimane al centro dell'equazione creativa. Resta da vedere come questa interpretazione evolverà con il progredire della tecnologia e della nostra comprensione dell'intelligenza artificiale.

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