Un uomo paralizzato è riuscito a pilotare un drone virtuale utilizzando solo il pensiero, grazie a un'interfaccia cervello-computer (BCI) che ha decodificato in tempo reale la sua attività cerebrale. L'esperimento, riportato questa settimana su Nature, ha permesso di associare i segnali neurali ai movimenti delle dita per controllare il drone virtuale.
Questo progresso rappresenta un importante passo avanti nella ricerca sulle interfacce cervello-computer, aprendo nuove possibilità per restituire autonomia e indipendenza alle persone con gravi disabilità motorie. La tecnologia BCI, infatti, potrebbe in futuro consentire a chi è affetto da paralisi di comunicare, utilizzare computer, controllare sedie a rotelle e protesi robotiche semplicemente con il pensiero.
Il partecipante allo studio, un uomo di 69 anni, ha descritto l'esperienza di controllo dell'oggetto virtuale come simile a suonare uno strumento musicale: "Pilotare [il drone virtuale] richiede piccole modulazioni rispetto a una linea centrale, un po' su, un po' giù".
L'interfaccia BCI, impiantata nell'area del cervello che controlla il movimento della mano, è stata fornita da Blackrock Neurotech. Un modello di intelligenza artificiale ha permesso di mappare i segnali neurali ricevuti dagli elettrodi del BCI ai pensieri dell'uomo. Il partecipante ha prima imparato a immaginare il movimento di alcune dita in modo da creare segnali elettrici di varia intensità, che gli hanno poi consentito di pilotare il drone virtuale attraverso un percorso a ostacoli.
La tecnologia BCI ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni, con aziende come Neuralink di Elon Musk che stanno sviluppando dispositivi attualmente in fase di sperimentazione umana. Ovviamente, allo stato attuale permangono alcune sfide tecniche e mediche da superare:
- Rischi legati all'intervento chirurgico per l'impianto del dispositivo BCI
- Necessità di elevati livelli di concentrazione da parte dell'utente
- Accuratezza del riconoscimento dei comandi mentali (circa 80%)
- Possibili effetti a lungo termine sull'attività cerebrale
Questi aspetti evidenziano la necessità di ulteriori ricerche per migliorare la tecnologia BCI, affrontare le preoccupazioni sulla sicurezza e creare adeguati quadri normativi. Nonostante le sfide, però, i progressi in questo campo sono a dir poco promettenti e offrono speranza a milioni di persone con disabilità motorie, aprendo la strada a nuove forme di interazione con il mondo circostante.