Un'IA accusata di plagio pagherà gli editori (per far cadere le accuse)

Perplexity AI ha annunciato un programma per condividere i guadagni con gli editori. La decisione arriva dopo le accuse di plagio.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Il motore di ricerca basato sull'intelligenza artificiale Perplexity ha annunciato un nuovo programma di condivisione dei ricavi con gli editori. L'iniziativa arriva dopo le accuse di plagio mosse da importanti testate giornalistiche, tra cui Forbes, Wired e Condé Nast (editore di Ars Technica). Perplexity, valutata oltre 1 miliardo di dollari, punta a competere con il colosso Google nel settore dei motori di ricerca.

Il programma Perplexity Publishers

Il nuovo programma, denominato "Perplexity Publishers Program", prevede la condivisione di una percentuale dei ricavi pubblicitari con gli editori quando i loro contenuti vengono citati nelle risposte generate dall'IA. Tra i primi partner figurano nomi prestigiosi come TIME, Der Spiegel, Fortune e WordPress.com.

La condivisione dei ricavi è applicata articolo per articolo e può moltiplicarsi se più articoli di un singolo editore vengono utilizzati in una singola risposta. Alcuni fornitori di contenuti, come WordPress.com, intendono trasferire parte di questi ricavi ai creatori di contenuti.

Il programma mira a sostenere il lavoro vitale delle organizzazioni mediatiche e dei creatori online.

Oltre alla condivisione dei ricavi, gli editori partecipanti al programma riceveranno l'accesso alle API di Perplexity per creare "motori di risposta" personalizzati e un account "Enterprise Pro", con funzionalità avanzate di privacy e sicurezza dei dati per tutti i dipendenti.

Dmitry Shevelenko, chief business officer di Perplexity, ha dichiarato a CNBC che l'azienda ha iniziato le discussioni con gli editori a gennaio, finalizzando i dettagli del programma all'inizio del 2024. Shevelenko ha riferito un forte interesse iniziale, con oltre una dozzina di editori che hanno contattato l'azienda entro poche ore dall'annuncio.

È importante sottolineare che Perplexity non utilizzerà gli articoli e i contenuti concessi in licenza per addestrare modelli di IA, ma sta cercando il permesso legale di riprodurre i contenuti degli editori sul proprio sito web. L'iniziativa si inserisce in un contesto problematico, specialmente che aluni nomi di spessore, come il New York Times, hanno intentato cause contro aziende di IA come OpenAI e Microsoft, accusandole di violazione del copyright nell'addestramento dei loro LLM.

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