Cosa non andava nei computer mobile?
Con queste indagini Intel cercava il Santo Graal che avrebbe reso il PC più facile, divertente, immersivo. Insomma un po' "più" di tutto, ma sicuramente meno intrusivo. Il PC doveva rimanere un dispositivo per la produttività, ma Intel voleva che fosse anche qualcosa che tutti dovessero amare e ostentare.
Nel 2011 Intel tenne un'altra riunione e fu in quel momento che emerse la parola Ultrabook. Tutti credevano - e a ragione - che CULV fosse il nome di marketing più brutto nella storia dell'azienda. Grazie a un lavoro di brainstorming Intel cercava di capire dove dirottare gli sforzi in modo da conquistare sia il cuore che la testa dei consumatori.
"Abbiamo organizzato ciò che chiamiamo i pilastri principali di Ultrabook", ha affermato Regis. "Sapevamo che per avere successo dovevamo offrire qualcosa che sarebbe stato reattivo, davvero portatile, con un bel design, un'elevata autonomia, con dati sempre pronti e connettività immediata. Volevamo fosse personale e al passo con i tempi. Inoltre abbiamo aggiunto la sicurezza, sapendo che comunque non sarebbe stata un vettore di vendita. Volevamo però che le persone stessero tranquille con i nuovi prodotti".
Un altro punto su cui hanno dovuto ragionare i dirigenti è il motivo per cui Apple abbia riscosso successo con CULV - il MacBook Air - laddove altri hanno fallito. Secondo Regis la risposta ha molto a che fare con "il focus e la dedizione". Apple sostiene i propri prodotti senza riserve, non li abbandona fino a quando non ha un rimpiazzo migliore. Confrontate questo comportamento con quello - schizofrenico - di Dell con l'Adamo.
"Focus e dedizione" sono però concetti nebulosi. Come si fa a "misurarli"? Il vero punto è sempre il denaro e gli OEM avevano un problema di volumi. L'Adamo a 1799 dollari non è mai andato d'accordo con i consumatori e se un notebook Windows doveva costare più di un MacBook, la giustificazione doveva essere chiara e lampante. Nell'incontro del 2011, Intel ha deciso che il futuro del notebook sarebbe stata una convergenza tra il progetto a conchiglia classico e il tablet. Praticamente quello che oggi chiamiamo "convertibile".
"Per arrivare a quella visione abbiamo dovuto compiere alcuni passi", ha dichiarato Rob DeLine, manager del programma Ultrabook nel PC client group. "I notebook che erano spessi 35 mm si assomigliavano e costavano tutti 499 dollari. Abbiamo deciso di affrontare il cambiamento per passi. Il primo era far tornare l'industria e l'ecosistema a innovare per progettare dispositivi più sottili - batterie meno spesse e con densità più elevata, coperchi e dischi fissi più sottili, tastiere più fini. Si guarda a tutti questi componenti e ci si domanda cosa c'impedisce di passare da 35 a 20 mm o persino meno, e come si possono ottenere prezzi adeguati per una produzione in volumi".