Benchmark per le aziende, un nuovo mondo
Così come accade per i processori dedicati a workstation e server, anche i dispositivi di archiviazione per questi settori richiedono test specifici.
Il punto di partenza per l'archiviazione enterprise è semplice: il drive è generalmente pieno e usato di continuo. Le conseguenze immediate sono che le prestazioni "da nuovo" non contano praticamente nulla, e che non c'è tempo d'inattività (idle) per attivare la garbage collection in background o i comandi TRIM per recuperare prestazioni. Un SSD in questa situazione raggiungerà presto uno stato dal quale non uscirà più.
Dobbiamo quindi usare un metodo diverso dal solito per valutare questi prodotti, considerando l'ambiente a cui sono destinati. L'obiettivo è eseguire le misurazioni dopo aver portato il drive SSD in uno stato d'uso quotidiano - destinato a non modificarsi più - con scritture costanti. La tabella mostra come dopo un po' di tempo le prestazioni di un SSD si riducono, fino a raggiungere un valore costante inferiore a quelle del drive nuovo.
Prima di eseguire i test quindi "prepariamo" il drive SSD. Ogni prodotto però è diverso, e ha un diverso stato di lavoro a regime; abbiamo quindi stabilito due diverse preparazioni:
Per il test con dati casuali da 4K pesato per database, file server e Web server, scriviamo 3 volte la capacità completa del drive con scritture casuali.
Per il test sequenziale 128K, scriviamo sequenzialmente 3 volte la capacità del drive.