All'interno del Vertex 450

Test - Recensione dell'OCZ Vertex 450, un SSD che va a rimpiazzare la gamma Vertex 4. All'interno un controller Barefoot 3 e memoria a 20 nanometri asincrona.

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a cura di Tom's Hardware

All'interno del Vertex 450

Il Vertex 450 adotta lo stesso chassis metallico del Vector, che aggiunge un po' di peso certo, ma è bello da vedere e dà una buona sensazione di solidità al tatto. Sicuramente quello che c'è all'interno conta di più, ma un po' di bellezza esterna non guasta mai.

Sul PCB ecco il Barefoot 3 M10, circondato da otto "dual-die" di memoria NAND MLC a 20 nm realizzata da Micron. Altri otto package sono saldati nella parte posteriore del PCB, permettendo così a questo SSD da 256 GB di avere in totale 32 die da 64 Gb. Questa versione del Vertex 450 ha anche due moduli da 256 MB di DDR3-1600 - uno per lato - mentre la versione da 512 GB ha 1 GB di cache.

Il passaggio alla NAND a 20 nanometri dovrebbe permettere a OCZ di risparmiare e ridurre i prezzi di vendita. Questo in teoria. 

Un cuore leggermente diverso

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Alcune delle differenze tra i Vector e questi nuovi SSD Vertex 450 derivano dal controller. Non ci sono cambiamenti rilevanti, ma OCZ afferma che la versione M10 lavora a frequenze minori rispetto alla M00 presente nei prodotti Vector. Il Vertex 450 include inoltre il supporto alla codifica AES-256, sebbene non sia sicuro che questa funzione manchi, o invece sia disabilitata deliberatamente, sui Vector.

La velocità minore dell'M10 è un tentativo per usare quei chip che altrimenti non avrebbero lavorato alle frequenze richieste dal Vector, o almeno non senza superare i TDP contenuti tipici dei controller basati su ARM. Una pratica che ci ricorda in un certo senso quanto fanno AMD e Intel nel settore delle CPU.

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