La RAM odierna affonda le sue radici fino alla macchina criptoanalitica "Acquarius", usata dagli alleati a Beltchey Park durante la seconda guerra mondiale. La RAM per come la intendiamo oggi, però, nasce solo vent'anni più tardi, nel 1966, nei laboratori IBM grazie a Robert Dennard.
Tuttavia se avessimo voluto acquistare anche un solo chip di RAM avremmo dovuto pazientare fino al 1971 quando Intel presentò il circuito integrato (IC) 1103 nel formato DIP (Dual Inline Package) che soppiantò le memorie a nucleo magnetico usate fino ad allora.
Si prova quasi tenerezza a leggere le caratteristiche dell'IC1103:
Capacità | 1 Kilobit (128 Byte) |
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Bus | 1 bit |
Processo produttivo | 10 μm (10 micrometri) |
Tensione | 16V |
Per quanto l'IC1103 possa far sorridere, va detto che la struttura di base delle odierne RAM è ancora molto simile nonostante siano passati più di quarant'anni. Nei successivi 30 anni, la RAM fu commercializzata in diversi formati ma bisognerà aspettare gli anni '80 per vedere qualcosa di simile, almeno nella forma, alla RAM per computer a cui siamo abituati oggi.
I moduli SIMM
Prima dei moduli SIMM, la RAM era saldata direttamente sulle schede madre ma questo richiedeva molto spazio, tempi di realizzazione più lunghi e non consentiva l'espansione della memoria (a meno di non armarsi di saldatore, chip e filo da saldatura). Uno sguardo alla scheda madre dell'Apple 1 vale più di mille parole.
Per ovviare a questi problemi si pensò di saldare la RAM su moduli da inserire verticalmente in modo da risparmiare spazio, rendere più veloce l'assemblaggio completo e permettere il cambio o l'aggiunta di moduli con più memoria.
I nostri lettori con qualche capello bianco (come il sottoscritto) potrebbero ricordare i primi moduli RAM in formato SIMM (Single In-line Memory Modules) definiti dallo standard JESD-21C della JEDEC, l'organismo che ancora oggi definisce gli standard del settore.
Diversamente dai moduli DIMM attuali, i moduli SIMM erano caratterizzati dalla ridondanza dei contatti posti sui due lati del modulo e, tranne alcune eccezioni, dovevano essere installati in coppia o a gruppi di quattro.
Nella fotografia sopra vengono messi a confronto tre moduli SIMM diversi: il più piccolo ha 30 pin ed era comune trovarne quattro in computer basati su processori Intel 386/486 oppure Macintosh Plus e II, etc., il secondo è un modulo proprietario di Apple a 68 contatti, mentre l'ultimo è un comune modulo a 72 pin.
I moduli a 72 pin rappresentarono il canto del cigno delle DRAM e la loro vita si protrasse fino alla commercializzazione dei primi Pentium II. Giusto per citare un po' di dati:
Anno | 1984 | 1987 | 1990 | 1993 | 1996 | 1999 |
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Capacità | 128KB | 256KB | 1MB | 8MB | 64MB | 128MB |
Area del chip | 55 mm2 | 85 mm2 | 130 mm2 | 200 mm2 | 300 mm2 | 450 mm2 |
Area della memoria | 30 mm2 | 47 mm2 | 72 mm2 | 110 mm2 | 165 mm2 | 250 mm2 |
Bus | 32 bit | |||||
Clock | 100MHz | |||||
Bandwidth | 400 MB/s | |||||
Tensione | 5V | 5V | 5V | 5V | 5V | 5V |
Prima di ridere confrontandoli con le RAM odierne, ricordatevi che dall'Intel IC1103 erano passati poco più di 10 anni eppure la capacità delle memorie era già aumentata di centinaia di migliaia di volte mentre il consumo di energia era diminuito drasticamente.