Stangata per Apple: dovrà pagare 13 miliardi di euro in tasse

Conclusa battaglia decennale: confermata anche la multa record a Google di 2,4 miliardi. Corte UE respinge ricorso dei colossi tech americani

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a cura di Tommaso Marcoli

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La Corte di Giustizia europea ha confermato la sanzione di 13 miliardi di euro ad Apple per gli accordi fiscali con l'Irlanda, ritenuti illegali, e la multa di 2,4 miliardi a Google per abuso di posizione dominante con Google Shopping. Le sentenze, emesse il 10 settembre, mettono fine a battaglie legali durate anni tra la Commissione europea e i colossi tecnologici.

La decisione su Apple (arrivata a ridosso della presentazione di Iphone 16 e se non avete pazienza di aspettare, iPhone 15 è ancora disponibile) ribalta una precedente sentenza del 2020 che aveva annullato la richiesta di rimborso delle tasse. Secondo la Corte, il trattamento fiscale riservato dall'Irlanda ad Apple dal 2003 al 2014, con aliquote inferiori all'1% invece del 12,5% previsto, costituiva un aiuto di Stato illegale. Apple si è detta "delusa" dalla sentenza, sostenendo di aver sempre pagato tutte le tasse dovute e che il reddito era già tassato negli USA.

Per quanto riguarda Google, è stata confermata la sanzione inflitta nel 2017 dall'Antitrust UE per aver favorito il proprio servizio Google Shopping nei risultati di ricerca, a danno dei concorrenti. Google si è detta "delusa" anche in questo caso, sostenendo di aver già apportato modifiche nel 2017 per conformarsi alle richieste della Commissione.

Apple dovrà pagare tasse arretrate per un totale di 13 miliardi di euro.

Il lungo contenzioso tra Apple e l'UE

La vicenda di Apple risale al 2014, quando la Commissione europea accusò l'azienda di aver beneficiato di accordi fiscali vantaggiosi con l'Irlanda, dove ha sede la sua filiale europea dal 1980. Secondo l'Antitrust, l'Irlanda avrebbe violato le norme UE concedendo ad Apple aliquote fiscali bassissime in cambio del mantenimento della sede e dei posti di lavoro nel Paese.

Nel 2016 arrivò la prima sentenza che imponeva ad Apple il pagamento di 13 miliardi di tasse arretrate. La cifra venne versata nel 2018 in un conto di garanzia, in attesa dell'esito dei ricorsi presentati sia da Apple che dall'Irlanda. Nel 2020 il Tribunale UE annullò la decisione dell'Antitrust, non ravvisando prove di un trattamento fiscale privilegiato.

La Commissione presentò un nuovo ricorso, culminato nella sentenza definitiva della Corte di Giustizia che ha ribaltato il verdetto precedente, confermando l'illegittimità degli accordi fiscali e l'obbligo per Apple di versare i 13 miliardi.

La multa confermata a Google

Parallelamente, la Corte ha confermato la sanzione di 2,4 miliardi di euro inflitta a Google nel 2017 per abuso di posizione dominante con il servizio Google Shopping. Secondo l'Antitrust, Google avrebbe sfruttato il suo motore di ricerca per favorire il proprio servizio di comparazione prezzi a scapito dei concorrenti.

Google aveva presentato ricorso sostenendo di aver già apportato modifiche nel 2017 per conformarsi alle richieste della Commissione. Tuttavia, la Corte ha ritenuto valide le accuse di abuso di posizione dominante, confermando l'entità della sanzione.

Le due sentenze rappresentano una vittoria significativa per la Commissione europea e in particolare per Margrethe Vestager, che ha fatto della lotta ai privilegi fiscali e agli abusi di mercato dei colossi tech uno dei punti cardine del suo mandato come Commissaria alla Concorrenza.

Le decisioni potrebbero avere importanti ripercussioni sui rapporti tra l'Unione Europea e le grandi aziende tecnologiche americane, aprendo la strada a nuove regolamentazioni e controlli più stringenti sulle loro attività nel mercato europeo.

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