Nomi come Stacker, SuperStor o Double/DriveSpace cominciano così a riecheggiare tra gli utenti più evoluti, soprattutto grazie alla promessa di incrementare lo spazio disponibile fino ad un rapporto di 2.5:1 e 3.1:1, cioè quasi il triplo di quello reale. Tale risultato è raggiungibile non solo grazie all'efficienza dell'algoritmo di compressione, ma anche per effetto di una gestione, implicita, dello spazio su disco più efficiente rispetto a quanto fatto dal file system del sistema operativo, FAT in particolare.
Lo scettro della categoria appartiene a Stacker di Stack Electronics, il primo a proporre questo tipo di soluzione sul mercato e capace di conquistare l'attenzione di utenti e software house, in particolare quelle produttrici di sistemi operativi DOS like.

Stacker usa l'algoritmo Lempel-Ziv-Stac (LZS o Stac Compression), sfruttato anche per le comunicazioni di rete e fatto proprio dal CISCO IOS Stack, in grado di garantire un aumento di spazio vicino al limite teorico del 100%, senza un degrado significativo delle performance. Da sottolineare che le prime versioni di Stacker (XT/8 e AT/16) dispongono anche di una scheda di espansione specifica, compressor/decompressor coprocessor cards, per velocizzare le attività di compressione andando a sgravare la CPU da tale compito.

Il principale antagonista è SuperStor della AddStor Inc., particolarmente apprezzato per la possibilità di comprimere i floppy e leggerli anche su sistemi sprovvisti del tool, grazie ad un suo subset (2XON) incluso su ogni floppy "trattato".

Nonostante il costo sia considerevolmente più basso di un nuovo disco, la diffusione di questo tipo di soluzione avviene in modo esponenziale solo con la loro inclusione nei vari sistemi operativi DOS, azzerandone praticamente il costo.
Il primo a muoversi in tal senso è il DR DOS 6.0 di Digital Research (come sempre un passo avanti alla coppia Microsoft/IBM) che incorpora inizialmente SuperStor in versione Lite (SuperStor/DS). Stessa scelta di IBM, che decide a sua volta di includere sempre il prodotto di AddStor a partire dal PC DOS 6.1, anche se fino alla versione 6.3 non era presente il software vero e proprio ma solo un coupon d'ordine gratuito. Prima di proseguire è utile ricordare che a partire dalla release 6.0, il DOS IBM e quello Microsoft, anche se evoluzione dello stesso sistema, vengono sviluppati e gestiti in modo indipendente.
La scelta di Microsoft è diametralmente opposta, ma in linea con la propria filosofia: la casa di Redmond decide di sviluppare in casa DoubleSpace per l'MS-DOS 6.0, basato sull'algoritmo di DoubleDisk realizzato da Verisoft.

La decisione non è però delle più felici poiché DoubleSpace comincia a perdere "dati per strada" e soffre del problema della corruzione del Volume più delle soluzioni concorrenti. Viene così rapidamente rilasciato l'MS-DOS 6.20 (la minor release 6.1x viene saltata per evitare confusioni e comparazioni con il DOS IBM) contente uno Scandisk in grado di controllare i dischi compressi e DoubleGuard (residente in memoria) per controllare lo stato del volume compresso, unitamente ad altri fix minori alle utility che utilizzano il file system.
Ma Microsoft finisce anche nel mirino di Stack Electronics che la cita per aver violato i brevetti sull'algoritmo LZS, costringendola a rilasciare l'MS-DOS 6.21 senza utility di compressione, seguita, nel giro di alcuni mesi, dal rilascio della versione 6.22 con il nuovo DriveSpace basato su un nuovo algoritmo misto Lempel-Ziv/Huffman. Nel frattempo le nuove release del DR-DOS (diventato nel frattempo Novell-DOS 7 in seguito all'acquisizione da parte del gigante delle reti) e dell'IBM DOS (7.0 e 7.0 rev 1 alias 2000) sostituiscono SuperStor con una versione specifica di Stacker, che di fatto diventa monopolista.
Anche il mondo Apple viene interessato dalle soluzioni di compressioni, nonostante la scelta sia limitata ed incentrata su DiskDoubler (DD) di Silent Software che, invece di comprimere l'intero disco, si occupa di trattare singolarmente i file selezionati con l'algoritmo n LZ78, ulteriore variante dell'LZ. A differenza di altre soluzioni di compressione tipo StuffIt, una volta indicato i file da gestire, la cosa avviene con la massima trasparenza e non è necessario specificare esplicitamente l'azione di compressione/decompressione.
