Spotify ha attivato una nuova promozione per la versione Premium, che è ora disponibile a 99 centesimi per gli studenti maggiorenni che non hanno mai provato prima la versione completa del servizio. L'offerta è attivabile per chi frequenta un istituto accreditato. Una volta terminati i tre mesi in promozione, chi lo vorrà potrà continuare a usufruire di un prezzo speciale dedicato agli studenti: 4,99 euro al mese invece che i canonici 9,99 euro.
L'offerta è dunque diretta quasi esclusivamente a studenti universitari e a chi frequenta corsi post-diploma come quelli offerti a volte dai vari Governi Regionali. Per chi è ancora alle superiori purtroppo non è possibile accedere allo sconto. Per chi è curioso o vuole fare un controllo, invece, sarà forse utile sapere che Spotify verifica l'identità dello studente tramite il fornitore esterno SheerID.
Non è l'unica novità in arrivo dal popolare servizio di streaming, che ha anche introdotto la possibilità di ottenere playlist personalizzate basate sul DNA. Grazie a una collaborazione con Ancestry DNA, infatti, chi lo desidera può tracciare le proprie origini ancestrali. E successivamente integrare queste informazioni con Spotify. In altre parole, se tra i vostri antenati c'è un guerriero vichingo, un centurione romano, uno scriba egiziano o più probabilmente un mix di queste e altre origini, avrete modo di sentire come "suona" il risultato. Bisognerà avere un account su Ancestry, pagare 99 dollari e mandare loro qualche campione di DNA.
Dare ad altri le proprie informazioni genetiche in cambio di un servizio non medico è sicuramente una scelta insolita, forse anche un po' azzardata. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma è sicuramente importante leggere con attenzione i termini di servizio di Ancestry: c'è un'indagine, per esempio, secondo cui il servizio reclama la piena proprietà sulle informazioni genetiche. È quello che fa Facebook con le foto che pubblichiamo e potremmo parlare di termini standard, ma i dati in questione sono particolarmente sensibili e forse andrebbero trattati con maggiore attenzione rispetto alla foto di un panino.
Al momento servizi come Ancestry sono ancora relativamente piccoli ma, insieme a 23andMe, i database genetici commerciali sono già una realtà concreta negli Stati Uniti (ma i servizi sono accessibili anche dall'Italia), con milioni di persone registrate. Così come sono concreti i problemi di privacy: è successo per esempio che le forze dell'ordine siano risaliti a un criminale usando questi database.
Arrestare un latitante difficilmente si può definire una cosa negativa, ma il punto è quel tipo di indagine è uno strumento generale. Per esempio, si potrebbe sapere di qualcuno se ha o può avere malattie genetiche, o con chi è imparentato: informazioni che poi potrebbero pesare sulla ricerca di lavoro, la stipula di assicurazioni, l'ottenimento di prestiti bancari e così via. Scenari che fino a poco tempo fa erano da distopia fantascientifica, e che oggi sono invece realtà di (quasi) ogni giorno.
Ne vale la pena in cambio di una playlist personalizzata? È una questione di gusti personali naturalmente, ma per quel che vale Ashley Reese di Jezebel l'ha provato e ha trovato la lista per lo meno discutibile. Probabilmente Africa dei Toto finirebbe nella lista di chiunque al mondo e l'originalità andrebbe a farsi benedire.
Che cosa ne pensate? Il mondo è pronto per la raccolta e il riutilizzo commerciale delle informazioni genetiche? Oppure sarebbe meglio aspettare che i governi del mondo creino regolamentazioni più solide e affidabili a riguardo?
Con un altoparlante Bluetooth a colonna ci si gode la musica a casa, senza svenarsi e con un gradevole tocco estetico.