La storia del Serial ATA
I primi controller e dischi Serial ATA furono presentati verso la fine del 2002. Differentemente dal protocollo UltraATA a 40 fili (che è un bus parallelo per velocità di trasferimento fino a 100/133 MB/sec), il Serial ATA è basato su due segnali ad alta velocità e basso voltaggio codificati a 8/10 bit (8 bit net transfer rate at 10 bit gross transfer rate). I pin 2, 3, 5 e 6 sono utilizzati per i dati, mentre i pin 1, 4 e 7 sono utilizzati come terra. Il Serial ATA/150 offre un bandwidth massimo di 150 MB/sec mentre il Serial ATA/300 duplica la velocità di trasferimento fino a 300 MB/sec. L'interfaccia SATA costa meno ed è scalabile, semplicemente aumentando la velocità della connessione. Inoltre i cavi SATA sono facili da gestire, l'installazione nei casi è più ordinata, e possono raggiungere la lunghezza di 1 metro, il doppio rispetto quanto possibile con l'UltraATA. Il risvolto della medaglia è il maggior consumo energetico, che può essere ravvisato con qualsiasi porta seriale punto a punto ad alta velocità (pensate al PCI Express).
Il Serial ATA introduce anche il connettori di alimentazione a 15 pin con supporto all'hot-plug, offrendo l'alimentazione da 3.3V, 5V e 12 V per gli hard disk nel formato da 3.5" e 2.5". Il tradizionale connettore Molex (utilizzato per alimentare i vecchi hard disk e i lettori ottici), non offre la linea di tensione dei 3.3V, e non è compatibile con i drive da 2.5". SATA introduce anche una tecnologia chiamata "Native Command Queuing" (NCQ), che permette ai drive di accodare i comandi in entrata, analizzarli e processarli nell'ordine più efficiente possibile. Questo significa che il drive non deve riposizionare le testine di lettura e scrittura più del necessario. In questo modo è quindi possibile limitare gli spostamenti meccanici, e aumentare le prestazioni leggendo o scrivendo dei blocchi sequenziali di dati, senza più dover saltare da una parte all'altra del piatto magnetico.
Nel 2004 le specifiche SATA sono state riviste così da supportare anche i dispositivi esterni, conosciuti come eSATA. L'obiettivo era di mantenere tutte le funzionalità SATA e aumentarne la flessibilità. I voltaggi sono stati aumentati così da portare la lunghezza del cavo di connessione fino a due metri. Inoltre i connettori sono stati riprogettati per essere più robusti. Come conseguenza, i connettori eSATA non sono compatibili con quelli SATA.
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