Secondo il commissario Agcom, chi pirata non ha diritto alla privacy

Il commissario Agcom prosegue nella lotta alla pirateria celebrando la sentenza della Corte di Giustizia che permette di identificare gli utenti pirata.

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a cura di Giulia Di Venere

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La lotta alla pirateria online riceve un nuovo impulso dalla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, che permette di risalire agli utenti che compiono atti di pirateria attraverso i dati forniti dai provider. Questa decisione rappresenta un significativo passo avanti nel contrasto alla diffusione illegale di contenuti digitali.

Nel corso dello scorso anno, diverse associazioni dedicate alla protezione dei diritti online avevano contestato due decreti emessi dal governo francese riguardanti la sorveglianza e la raccolta di dati da parte delle autorità su attività sospette di pirateria. I decreti in questione permettevano ai titolari dei diritti di richiedere ai provider informazioni dettagliate sugli indirizzi IP sospetti, che venivano poi condivise con le autorità francesi. L'obiettivo dichiarato era quello di rendere più rapido ed efficace il processo di identificazione degli utenti coinvolti in violazioni dei diritti di autore sul web.

Le associazioni, tuttavia, sollevavano perplessità circa la conformità di tali decreti con la Direttiva sulla privacy nelle comunicazioni elettroniche (2002/58/CE) e con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, argomentando che potessero comportare un trattamento inappropriato dei dati personali.

Questo giudizio è descritto da Capitanio come storico, in quanto chiarisce una volta per tutte che la privacy non può fungere da scudo per coloro che infrangono le leggi sulla protezione dei diritti d'autore.

Il Commissario Agcom, Capitanio, annunciando la sentenza attraverso il suo profilo LinkedIn, ha evidenziato come la Corte Europea abbia statuito che le leggi nazionali possono effettivamente autorizzare l'accesso ai dati conservati dai provider se ciò serve per identificare e prendere provvedimenti contro gli autori di pirateria online. Ciò nondimeno, il commissario sottolinea l'importanza della proporzionalità nel trattamento dei dati: i principi fondamentali relativi alla protezione dei dati personali devono essere rigorosamente osservati, assicurando che tali informazioni non vengano usate per dedurre dettagli invasivi sulla vita privata degli individui.

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La sentenza della Corte Europea non solo rafforza gli strumenti a disposizione delle autorità competenti ma suggerisce anche un modello di equilibrio tra la necessità di proteggere i diritti d'autore e il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti internet. In questo scenario, l'Italia potrebbe vedere facilitato il compito degli inquirenti e il processo di sanzione degli utenti implicati, nel rispetto del quadro legale che governa la materia.

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