Risultati: prestazioni casuali

Recensione - Test del SanDisk Extreme II basato sul controller Marvell 88SS9187 e dotato di memoria Toggle-mode NAND a 19 nanometri. SanDisk ha curato anche il firmware, realizzando un prodotto dal potenziale interessante. Come si confronta con la concorrenza?

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a cura di Tom's Hardware

Risultati: prestazioni casuali

Ci affidiamo ancora a Iometer come soluzione sintetica per testare le prestazioni casuali 4 KB. Tecnicamente, "casuale" si traduce con un accesso consecutivo che avviene a più di un settore di distanza. Su un hard disk meccanico, questo può portare a latenze significative che impattano sulle prestazioni. I prodotti con piatti rotanti gestiscono gli accessi sequenziali molto meglio di quelli casuali, poiché le testine non devono essere fisicamente riposizionate. Con gli SSD, la distinzione tra accesso casuale/sequenziale è molto meno rilevante. I dati possono essere messi dove vuole il controller, quindi l'idea che il sistema operativo veda un pezzo di informazione uno accanto all'altro non è, nella stragrande maggioranza dei casi, corretta.

Letture casuali 4KB

Il Plextor M5 Pro e i drive SanDisk offrono prestazioni simili. Gli SSD Extreme II, di ogni capacità, si dimostrano competitivi. Il modello da 120 GB non è così veloce, ma si comporta quasi come un Seagate 600 da 240 GB. Gli Extreme II da 240 e 480 GB non riescono a raggiungere i 100.000 IOPS, ma con 94.000 e 91.000 IOPS, non si comportano per niente male.

Scritture casuali 4KB

Uno sguardo alla tabella qui sopra indica chiaramente che le unità di SanDisk non rispettano le loro specifiche. Non dovrebbero raggiungere 80.000 IOPS o giù di lì? La spiegazione è relativamente semplice. Testiamo con dati casuali su uno spazio LBA da 16 GB. Dal punto di vista industriale, la maggior parte dei test dedicati agli SSD consumer sono stati limitati a 8 GB. Questo, quasi sempre, non ha importanza. Gli hard disk sono particolarmente sensibili ai range LBA attivi, poiché i piatti che girano e le testine che si muovono hanno bisogno di più tempo per spostarsi quando i dati che richiedete sono fisicamente più lontani. Gli SSD non sono ovviamente soggetti alle stesse limitazioni, anche se alcuni sono più sensibili ai cambiamenti del range LBA di altri. La differenza non è però molto marcata.

Usando l'SSD SanDisk Extreme II da 240 GB possiamo dimostrare questa idiosincrasia. Iniziando con settori da 1 GB e gradualmente lungo l'intero range LBA, il calo delle prestazioni è sostanziale nel tempo che intercorre per arrivare a 16 GB. Ci sono ragioni tecniche sul perché questo potrebbe accadere con un impatto minore sugli altri SSD, ma sembra che l'implementazione di nCache possa portare a scritture casuali più lente con queue depth elevate su un gran numero di LBA. È possibile che esista un compromesso tra scritture che possono essere messe in cache e scritture che superano la capacità della cache, pregiudicando le prestazioni quando la cache è piena e migliorando la velocità quando nCache può efficacemente gestire scritture casuali più piccole.

È un problema? No. Solitamente, carichi di lavoro casuali che bombardano l'intero drive sono considerati orientati al settore enterprise. L'uso consumer non rispecchia quel profilo. Le scritture casuali sono solitamente più limitate ad aree più piccole e la quantità di scritture è eccezionalmente leggera. Il fatto è che gli Extreme II di SanDisk sono stati progettati per carichi desktop.

Inoltre, gli Extreme II non sono nemmeno così male come potrebbero apparire. Considerate il test di saturazione delle scritture 4 KB con una queue depth di 32. I drive partono subito raggiungendo i rispettivi massimi, ma dopo che gli SSD sono pieni e la garbage collection è in pieno svolgimento, le soluzioni di SanDisk non sono peggio dei modelli concorrenti. In alcuni casi sono anche meglio. Le prestazioni vanno da 7.000 a 10.000 IOPS, a seconda delle dimensioni.

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