RTX 3060 testata per il mining, il blocco di Nvidia funziona?

Nvidia ha annunciato di voler limitare le prestazioni di mining per le GeForce RTX 3060 dopo l'annuncio dell'arrivo della nuova serie di prodotti CMP.

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a cura di Luca Zaninello

Managing Editor

Nvidia ha annunciato di voler limitare le prestazioni di mining di criptovalute per le GeForce RTX 3060 dopo l'annuncio dell'arrivo della nuova serie di prodotti CMP dedicati proprio a quell'attività. Teoricamente si tratta di uno sforzo fatto dall'azienda per limitare quello che è un problema enorme di disponibilità delle schede RTX iniziato a fine 2020 e che sta continuando durante l'anno in corso.

Le schede grafiche custom basate sulla RTX 3060 non saranno in vendita fino al 25 di febbraio, tuttavia lo YouTuber CryptoLeo è già riuscito a metterci sopra le mani per poterci fare qualche test. La scheda che è riuscito ad ottenere è una Zotac GeForce RTX 3060 Twin Edge e lo YouTuber ha potuto verificare che effettivamente le prestazioni in mining sono limitate per la scheda. Non è ironico visto che l'azienda sembra aver ora abbracciato il business del mining?

Inizialmente, la GeForce RTX 3060 poteva ottenere un hash rate di circa 41,526MH/s su PhoenixMiner 5.5c all'inizio dell'operazione di mining. Tuttavia, le prestazioni della scheda grafica Ampere sono scese gradualmente fino a toccare il fondo a 23,807MH/s. Facendo qualche conto, si tratta di un enorme calo del 42,7% nelle prestazioni di mining e conferma proprio le affermazioni di Nvidia nel voler tagliare le prestazioni di estrazione delle criptovalute per la GeForce RTX 3060 fino al 50%.

Secondo il comunicato stampa di Nvidia, l'algoritmo anti-mining è integrato nel driver a livello software. Tuttavia, lo YouTuber ha affermato di non avere accesso all'ultimo driver Nvidia per la stampa, così ha ingannato il software facendogli credere di installare una GeForce RTX 3070 con un driver più vecchio e le prestazioni risultano comunque ridotte.

Supponendo che la protezione non risieda nel driver, allora è probabile che sia nascosta nel vBIOS della scheda grafica. Un'ipotesi azzardata è che il meccanismo anti-mining venga attivato con qualche tipo di carico di lavoro di cryptomining, con conseguente diminuzione automatica delle prestazioni della scheda.

Che si tratti di driver o del vBIOS, la protezione di Nvidia potrebbe non essere sufficiente. Nel primo caso, i miner di criptovalute potrebbero teoricamente utilizzare un vecchio driver che non ha l'algoritmo anti-mining. Anche se la protezione è incorporata nel vBIOS, c'è la possibilità che qualcuno trovi un modo per aggirarla semplicemente flashando un vBIOS modificato sulla GeForce RTX 3060.

Con i suoi ultimi sforzi anti-mining, Nvidia ha trovato un modo per fermare i miner di criptovalute dall'acquistare la GeForce RTX 3060, almeno per il momento. Sfortunatamente, questo colpirà anche i proprietari legittimi delle schede che volevano effettuare un po' di mining nel tempo libero.

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