Witbox Go
L'azienda spagnola BQ è conosciuta principalmente per i suoi smartphone, e qui su Tom's abbiamo recensito praticamente tutti gli ultimi modelli disponibili (Recensioni Smartphone BQ). Se date un'occhiata al sito istituzionale scoprirete anche un'area dedicata alla robotica e alla stampa 3D.
Conosco bene lo scetticismo che accomuna tutti gli appassionati quando un produttore diversifica in questo modo il suo business, soprattutto se non porta il nome di Samsung o di qualche altro mastodonte dell'industria. Ma la Witbox Go, la stampate 3D che abbiamo provato per alcune settimane, non è affatto un prodotto cattivo o abbozzato, tutt'altro, è in grado di offrire un'ottima esperienza d'uso, soprattutto a coloro che di stampa 3D non sanno nulla o quasi.
Non è esente da difetti, e il prezzo sarà per molti troppo alto, per questo vi dico subito che se già conoscete come muovervi nel mondo delle stampanti 3D, non è questo il modello che fa per voi. Potrete acquistare stampanti più economiche, in alcuni casi anche con prestazioni superiori, a patto che sappiate affrontare le possibili problematiche e necessità di manutenzione che altri modelli vi richiederanno.
Com'è fatta
La Witbox Go è una versione compatta e più economica della Witbox (senza il "go"), il design è curato, nulla a che vedere con i modelli economici o "fai da te"; ha anche ricevuto un premio Red Dot Design. Le dimensioni sono compatte (30 x 25 x 48 cm) e il peso è di circa 5 Kg. Potrete installarla e spostarla senza problemi da una parte all'altra della casa, e senza paura di rompere qualcosa.
È senza fronzoli, avrete un solo pulsante posizionato sopra e affiancato da un LED di stato, l'unico modo in cui la stampante vi comunicherà quello che sta facendo. L'alimentatore è integrato, e infatti dovrete unicamente srotolare e collegare alla presa elettrica l'apposito cavo. Dopodiché c'è una sola porta MicroUSB, che userete per collegarla al PC. Tuttavia le comunicazioni avverranno principalmente tramite Wi-Fi.

È un modello con estrusore fisso sull'asse verticale, quindi sarà il piatto a salire e scendere per permettere la stampa. La base di deposito del filamento è rimovibile, a stampa ultimata potrete toglierla dalla stampante con sopra il vostro oggetto così da essere più comodi nella fase di rimozione. È dotata di alcuni contatti a caldo, così la stampante saprà sempre quando il piatto è posizionato correttamente.
Nella confezione è presente una bobina di PLA, che s'installerà sul retro della stampante, e rimarrà perfettamente inserita nella scocca, senza aumentarne l'ingombro. Non manca una spatola che vi aiuterà nella rimozione dell'oggetto appena stampato e pulizia del piatto.

Prima accensione e configurazione
Inserite il cavo di alimentazione in una presa elettrica e scaricate l'applicazione "Zetup" sul PC, o su uno smartphone Android. Noi abbiamo usato uno smartphone.
Appena avvierete l'App una procedura guidata vi dirà, passo passo, quello che dovrete fare, e il primo passaggio consiste nel collegare la Witbox Go a una rete Wi-Fi (questo è un requisito necessario sia per la prima accensione sia per il funzionamento).
Durante i minuti successivi la stampante farà una serie di controlli, e tutto quello che dovrete fare è attendere. Poi dovrete inserire il piatto di stampa nella base e caricare il filamento. Quest'ultima operazione è anch'essa molto semplice dato che dovrete solo inserire il filamento in un piccolo foro in prossimità dell'alloggiamento della bobina, e spingerlo finché non verrà tirato (caricato) dalla stampante, e poi posizionare la bobina sull'apposito perno.
In questa zona è presente un chip NFC, che permette alla bobina di filamento di comunicare alla stampante di cosa si tratta, quindi materiale e colore.

Nel caso in cui ci sia un firmware più aggiornato, allora verrà effettuato il download e l'aggiornamento automatico.
La procedura non dura poco, impiegherete almeno una quindicina di minuti per impostare il tutto, e la maggior parte di questo tempo la passerete controllando lo stato dallo schermo dello smartphone, finché la stampante non vi dirà che sarà pronta per iniziare a stampare.
Specifiche tecniche
Tutti questi automatismi, intelligenza e facilità di comunicazione e controllo della stampante, sono da ricercare nel suo cuore tecnologico, e cioè un processore Qualcomm Snapdragon 410 e Android (Marshmallow). Una scelta più che sensata per un'azienda il cui business principale è realizzare smartphone Android.

Il processore Snapdragon 410 non è un mostro di potenza, ma considerando che è in grado di gestire le attività di uno smartphone, è più che sufficiente per pilotare le funzioni di stampa 3D. 8 GB di memoria interna ospitano il sistema operativo, e circa la metà sarà disponibile per memorizzare i progetti 3D, in maniera tale che si potrà avviare la stampa anche a PC spento.
La testina di stampa è composta da un estrusore DDG con sistema bowden, e un riscaldatore assiale. Il materiale di stampa è il PLA, con uno spessore di 1,75 mm.