Sembra che AMD abbia minimizzato i consumi in idle rispetto ai Threadripper di precedente generazione. L'aspetto che balza di più all'occhio riguarda Threadripper 2990WX, che ha quattro die attivi. Il suo risultato è ben al di sotto di quattro volte un singolo 2700X.
Nella nostra sessione di CAD, che ha usato principalmente un massimo di quattro core, con carichi decisamente variabili, Ryzen Threadripper 2950X si è comportato abbastanza bene anche con PBO attivo. Il 2990WX d'altra parte ha richiesto più energia senza offrire prestazioni molto più alte.
Il nostro carico gaming riflette grandi miglioramenti con le CPU Threadripper di seconda generazione rispetto ai predecessori. Persino attivando PBO per avere prestazioni in più non rovina il quadro generale. Entrambi i nuovi modelli offrono miglioramenti di efficienza evidenti.
Veniamo allo scenario di massimo carico, il peggiore per ogni processore di fascia alta. I due Ryzen Threadripper sono saldati tra il die e l'heatspreader mentre Intel è rimasta fedele alla pasta termica.
Abbiamo scoperchiato entrambe le CPU per misurare il consumo in OC senza throttling termico durante le nostre letture. Altrimenti ci saremmo dovuti dimenticare del tutto queste rilevazioni. Con la pasta termica originale sotto l'heatspreader avremmo raggiunto i limiti a circa 300 watt.
Vediamo molto chiaramente come le schede madre implementino magistralmente le specifiche di AMD. Threadripper 2950X, 1950X e 1920X raggiungono un massimo di 180W senza PBO abilitato, mentre il 2990WX arriva a un picco di 250W e non un watt di più.
La gestione energetica è perciò il vero punto forte, specialmente data l'influenza di un raffreddamento perfettamente implementato.
Persino durante lo stress test con PBO abilitato, la battaglia con il calore di Ryzen Threadripper 2990WX termina esattamente a 500W. Per andare oltre dovete manipolare i limiti della scheda madre e iniziare a usare l'azoto liquido.
Dopodiché potete raggiungere un massimo di poco meno di 600W usando una frequenza statica di 4,1 GHz.