Sapphire Radeon R9 Fury Tri-X Overclocked
La Sapphire Radeon R9 Fury Tri-X adotta un dissipatore totalmente personalizzato con sette heatpipe in rame di spessore variabile e due sezioni separate di alette per dissipare il calore generato sia dalla GPU che della memoria HBM. L'heatpipe centrale ha un diametro di 10 mm, mentre su ogni lato troviamo due heatpipe da 8 mm che vanno dalla sezione principale sopra la GPU a un gruppo di alette separato nella parte posteriore. Le rimanenti due heatpipe hanno uno spessore di 6 mm ciascuna e ognuna fa un singolo ciclo attraverso le alette sopra al blocco a contatto con la GPU.
Il PCB della scheda è davvero corto, solo 12 cm. Il radiatore e la sua copertura però si estendono ben oltre la parte posteriore della scheda. Infatti ne raddoppiano quasi lunghezza portandola a 23,5 cm. La sezione posteriore del dissipatore è spalancata, con un esoscheletro pressofuso a tenerla in posizione. Ciò permette a un notevole flusso d'aria di passare direttamente attraverso le alette del dissipatore.
Durante la progettazione del dissipatore Tri-X Sapphire ha puntato una temperatura sotto carico inferiore ai 75 °C e alla maggiore silenziosità possibile. L'azienda ha usato tre ventole a doppio cuscinetto a sfera che sono gestite tramite profili avanzati che ne fanno aumentare la velocità lentamente per mantenere una bassa rumorosità. Sotto normali condizioni di carico le ventole dovrebbero girare al 40% o meno, ma si può intervenire manualmente se si desidera maggiore capacità di raffreddamento.
Non solo la R9 Fury Tri-X è piuttosto lunga, ma anche spessa. La scheda misura 5 cm dalla copertura alle viti del backplate. Potrebbero esserci problemi di spazio su alcune motherboard. La scheda era quasi impossibilitata a entrare nel nostro primo slot della motherboard. Se il backplate fosse stato 1mm più spesso, la scheda non ci sarebbe stata.
Nonostante la scheda sia tecnicamente capace di lavorare in 4-way Crossfire, il radiatore blocca il vicino slot PCIe, quindi a meno che non usiate dei cavi appositi, sarete limitati a motherboard con spazi doppi a meno che optiate per rimpiazzare il dissipatore con un waterblock.
Secondo Sapphire, il progetto del radiatore di questa scheda è piuttosto intricato e l'azienda ci ha fatto capire che non voleva che lo rimuovessimo durante la recensione. Ci è stato detto che poiché i moduli di memoria HBM sono più in alti della GPU, è molto difficile rimpiazzare il dissipatore correttamente e questo può portare a prestazioni di raffreddamento scarse e a danneggiare la GPU.
Lungo la parte superiore della scheda ci sono due connettori PCIe a 8 pin. La fila di otto LED accanto ai due connettori si illumina indicando il carico sulla GPU. Ogni LED acceso indica un carico maggiore sulla scheda.
Sapphire ha anche incluso uno switch per il BIOS che passa tra due profili leggermente differenti. Uno di questi è stato pensato per un target di temperatura sotto carico di 75 °C e mantiene il consumo del chip limitato a 300 watt. La seconda opzione è leggermente più tollerante per quanto concerne la temperatura del core con una soglia di 80 °C e un power limit di 350 watt.
La Fury X era priva di porta DVI e la Fury segue la stessa filosofia. Troviamo infatti tre DisplayPort 1.2 e una HDMI 1.4. Possono essere pilotati nativamente fino a quattro schermi, ma ne sono supportati fino a sei tramite hub MST.
Il DVI è comunque supportato tramite un adattatore Displayport-DVI, che Sapphire ha incluso con la scheda. L'azienda ha anche aggiunto un cavo HDMI.