Calore e autonomia
Nonostante lo Yoga 3 Pro abbia in dotazione il processore Core M della famiglia Broadwell che in teoria può funzionare solo con un sistema di raffreddamento passivo, Lenovo ha disposto all'interno della base una ventola che contribuisce a mantenere la base sempre fresca. Un'idea che apprezziamo visto che tutela il comfort d'uso per l'utente.
Infatti durante i test di riproduzione video, che in genere mettono sotto pressione il sistema di raffreddamento, sul touchpad abbiamo misurato 25 gradi, al centro della tastiera si arrivava a 27,7 gradi, mentre sul fondo nel punto più caldo abbiamo rilevato 33 gradi. Tenuto conto che per convenzione le temperature inferiori a 35 gradi vengono considerate confortevoli la scelta di Lenovo è da premiare. Oltre tutto la ventola entra in funzione solo quando indispensabile e produce pochissimo rumore, quindi non è fastidiosa.
Una delle poche note dolenti dello Yoga 3 Pro è l'autonomia. Nel test di navigazione in Wi-Fi con luminosità dello schermo a 120 candele al metro quadro abbiamo infatti misurato un tempo di navigazione web pari a 4 ore e 43 minuti. È un tempo inferiore alla media degli ultrabook (dalle 7 alle 8 ore) e di gran lunga insoddisfacente per un tablet.
Come prevedibile l'autonomia è peggiorata nella fruizione di contenuti video da YouTube (circa 4 ore), mentre nell'uso con programmi di produttività abbiamo dovuto interrompere il lavoro dopo meno di quattro ore d'uso.
Provando varie soluzioni possibili alla fine è finito sul banco degli imputati il software proprietario Harmony, un prodotto preinstallato in fabbrica che ha l'obiettivo di aiutare l'utente a sfruttare le peculiarità delle diverse modalità d'uso del notebook. In sostanza suggerisce le applicazioni appropriate da utilizzare quando si richiude lo Yoga in modalità tablet, lo si capovolge in modalità tenda e via dicendo. Compone anche delle statistiche, una lista di preferite, e indica dei trend. Il problema è che assorbe troppa corrente: disattivandolo abbiamo guadagnato un'ora nella navigazione web.
Prestazioni generali
Lo Yoga 3 Pro è il primo notebook commerciale che proviamo con in dotazione il nuovo processore a basso consumo core M di Intel. In precedenza avevamo solo pubblicato dei benchmark condotti su un tablet di riferimento, e abbiamo confrontato i punteggi con quelli di un tablet con CPU Atom Z3740D. Il test dello Yoga 3 Pro è l'occasione per vedere un testa a testa con una CPU più amata dai nostri lettori, come il Core i5. Per questo abbiamo scelto il confronto con Surface Pro 3.
Incrociando i risultati di tutti i test ne esce che le prestazioni questo chip sono migliori rispetto a quelle della soluzione Atom a basso consumo, ma inferiori a quelle degli Intel Core a cui siamo abituati. In sostanza è un'apprezzabile via di mezzo che mette al riparo dalla produzione di calore eccessivo. Quanto ai consumi ci riserviamo di sospendere il giudizio fino a quando non avremo provato almeno un altro sistema visti i risultati dello Yoga.
Nell'uso normale – ossia navigando in Internet e scrivendo con Word - lo Yoga 3 Pro è parso scattante, decisamente più fluido di un classico prodotto con CPU Atom - anche grazie alla presenza dell'unità SSD. In linea generale lo Yoga 3 Pro non ha problemi nella gestione delle applicazioni di produttività. Ovviamente quando si chiamano in caso software più impegnativi, come quelli per il ritocco fotografico o i giochi – anche poco impegnativi – i limiti vengono a galla.
La sostanza è che sotto il profilo delle prestazioni lo Yoga 3 Pro non delude le aspettative: è un prodotto a indirizzo professionale indicato per la produttività, e questo lo sa fare bene. Non è un notebook consumer per l'intrattenimento, quindi finché ci si vuole svagare riproducendo un video dal disco locale o dal web non ha problemi, se c'è la pretesa di giocare questo è il prodotto sbagliato.