Ransomware, pagare riscatto non garantisce il recupero dei dati

Sembrerà banale, ma è confermato anche dai numeri: pagare il riscatto richiesto dagli hacker spesso non garantisce il recupero dei dati.

Avatar di Gabriele Scordamaglia

a cura di Gabriele Scordamaglia

Furti di dati, attacchi informatici et similia sono ormai, purtroppo, cose a cui abbiamo fatto l'abitudine: il numero di aziende colpite da questo tipo di attacchi (che nella quasi totalità dei casi offrono come unica soluzione il pagamento di un riscatto) è in costante aumento: secondo l'ultimo sondaggio effettuato da ESG (Enterprise Strategy Group), il 79% delle compagnie intervistate sono state vittime di un ransomware (attacco informatico che punta al pagamento di un riscatto) che, nella maggioranza dei casi, è riuscito a mandare offline per un determinato periodo le operazioni dell'azienda colpita.

Ma la cosa che vogliamo sottolineare non è tanto la quantità di aziende colpite, quanto la percentuale che sia effettivamente riuscita a recuperare i dati "bloccati" dall'attacco: di queste, solamente il 14% ha avuto accesso ai dati criptati durante l'attacco, mentre addirittura l'87% si è ritrovata a dover pagare un riscatto addizionale a quello richiesto inizialmente dal gruppo hacker colpevole dell'attacco. A proposito di ciò, il CEO di OwnBackup, Sam Gutmann, ha dichiarato che, sebbene i backup siano essenziali per assicurare il funzionamento continuo del lavoro di un'azienda, a prescindere da attacchi informatici o meno, il valore che assumono proprio quesiti backup li rende gli obiettivi principali di questo tipo di attacchi.

Il consiglio fornito da ESG è quello di salvare i backup dei dati sensibili su degli archivi indipendenti, in modo da tenerli al sicuro nel caso in cui la disponibilità degli stessi venga meno a causa di attacchi informatici che prevedono il pagamento di un riscatto. Ci rifacciamo dunque al classico "prevenire è meglio che curare", che ci porta a pensare che è sempre meglio fare un backup dei propri dati (meglio anche se con cadenza settimanale, giusto per non esagerare) su un dispositivo di archiviazione esterno, piuttosto che ritrovarsi nella brutta situazione di avere a che fare con un malware che ci impedisce l'accesso ai propri dati, se non dietro il pagamento di un riscatto per sbloccare il tutto. Oltre a questo, è buona norma affidarsi anche a uno dei migliori antivirus per proteggersi dai ransomware, in modo da dormire sonni più tranquilli.

Leggi altri articoli