Per quanto riguarda la scalabilità lineare con test di I/O, abbiamo utilizzato un controller RAIDCore, dato che questo prodotto gestisce molte delle sue funzionalità tramite software, gravando sulle prestazioni della CPU. Questa soluzione diventa svantaggiosa quanto simultaneamente si gestiscono dati, stampe, e-mail database e servizi web. In questo caso, pesanti accessi al sottosistema della memoria influiscono pesantemente sul processore di sistema. Questo però non è il caso dei server dedicati: se un computer è utilizzato solo come file server, il carico del processore può ovviamente essere di qualsiasi entità.
Per questo progetto abbiamo considerato una soluzione dei questo genere, dato che il nostro obiettivo era determinare il livello di incremento prestazionale che potevamo raggiungere con l’utilizzo di tanti hard disk assieme. Con un processore Intel Xeon 2.8 GHz, il carico della CPU non è stato un problema da considerare.
Come ci aspettavamo, il test con array di drive da tre a otto scalano linearmente, almeno per quanto riguarda le prestazioni di I/O. Per i database, applicazioni web o file server, l’utilizzo di molti drive si rivela una scelta poco performante.
Se siete molto interessati nel trasferimento di dati ad alta velocità, l’utilizzo di pochi drive è la soluzione migliore. In nostro RAID 5 ha raggiunto il picco di 220 MB/sec con l’utilizzo di cinque drive. L’utilizzo di otto drive ha portato il picco massimo di trasferimento a 237 MB/sec, un incremento prestazionale minimo e ingiustificato.
Se considerate questi valori prestazionali ancora troppo bassi, potreste considerare l’utilizzo di una configurazione composta da due controller PCI-X. In questo modo raggiungerete sicuramente velocità ragguardevoli.