RAID 5: test di scalabilità con l'utilizzo da tre a otto drive
La tecnologia utilizzata per la costruzione degli hard disk migliora e diventa ogni giorno sempre più conveniente. PCI Express, memoria DDR2, Serial ATA con command queuing e drive da 400 GB entreranno pian piano nella normalità di tutti i giorni. Tuttavia, gli hard disk rimarranno sempre il tallone di Achille di qualsiasi computer perchè, in quanto componente elettro-meccanico, ha più probabilità di danneggiarsi.
Oltre a questi fattori negativi, un hard disk difettoso è il componente che potrebbe creare più problemi. Mentre un modulo di memoria difettoso o una scheda grafica bruciata può facilmente essere sostituita, nello scenario peggiore un hard disk può contenere una serie di dati importanti, ricuperabili solo con il costoso aiuto di aziende specializzate.
Oggigiorno, chiunque lavora con dati sensibili e importanti è costretto ad effettuare regolari backup. Il problema, tuttavia, non consiste solo nella ricuperabilità dei dati, ma soprattutto nel tempo legato ai vari problemi hardware che possono insorgere con l’utilizzo di macchine complesse come i Server.
Per risolvere questo problema, l’unica soluzione sicura e rodata è l’utilizzo di un array di drive. Nel caso più semplice, è utilizzata una soluzione RAID 1 che impiega due drive. Se uno dei due hard disk si danneggia, il secondo rimarrà disponibile con la copia esatta dei dati. Monto spesso, tuttavia, in condizioni in cui è necessario un livello prestazionale alto, viene utilizzata una configurazione RAID 5.