Radeon R9 290X

Ecco i test della Radeon R9 290X, la nuova scheda di video di punta di casa AMD. Abbiamo eseguito prove a singola GPU, dual-GPU, 4K e anche a 7680x1440. Tutti i dettagli sulla GPU Hawaii con 6,2 miliardi di transistor.

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a cura di Tom's Hardware

Radeon R9 290X

La Radeon R9 290X di AMD è lunga quanto la Radeon HD 7970 e occupa due slot. Ha una ventola centrifugale da 75 millimetri simile.

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Familiare è anche un piccolo switch sul bordo della scheda. In passato poteva essere usato per controllare manualmente le frequenze massime, permettendo di avere un piccolo boost e ottenere maggiori prestazioni. Visto il modo in cui lavora sulla scheda il PowerTune, questo non avrebbe senso. In questo caso permette invece di passare tra Quiet e Uber, limitando la ventola al 40% e 55% del duty cycle.

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L'alloggiamento della ventola è stato chiaramente aggiornato e il contrasto tra nero e rosso ci piace. Recentemente abbiamo pubblicato un articolo dove abbiamo parlato della progettazione del sistema di raffreddamento della GTX 690, della GTX Titan e di altre schede simili. Ci piacerebbe vedere una AMD più attiva su quel fronte.

Nonostante le dimensioni simili la R9 290X è chiaramente basata su un PCB differente rispetto alle schede con GPU Tahiti. L'assenza più chiara è quella dei connettori CrossFire. Dato che Hawaii ha un engine xDMA, il traffico dati del CrossFire passa sul bus PCI Express eliminando la necessità dei bridge.

AMD è stata molto misteriosa circa il consumo massimo della scheda, ma afferma che la R9 290X può raggiungere fino a 250 W in scenari di gioco tipici. Dato che PowerTune fa cambiamenti costanti, è davvero difficile parlare di un consumo di picco unico. Abbiamo registrato una gamma di consumi e riscontrato che il picco è tra 225 e 295 W a seconda del carico. Siamo all'interno dei 300 watt offerti dai connettori ausiliari (6 pin e 8 pin) e dallo slot PCI Express.

Le schede R9 290X che abbiamo ricevuto avevano due porte dual-link DVI, una HDMI e una DisplayPort. La GPU Hawaii ha un controller per la gestione degli schermi aggiornato che include un terzo generatore di timing indipendente. Perciò, anche se la portabandiera ha un'uscita video in meno della R9 280X che abbiamo visto di recente, potete collegare fino a 6 schermi che operano a risoluzioni differenti e timing alla R9 290X tramite un hub MST.

Il nuovo controller Hawaii permetterà inoltre di avere il pixel rate di 600 MHz necessari a supportare i futuri schermi Ultra HD single-stream a 60 Hz. Come noto oggi l'unico modo di pilotare uno schermo 4K è tramite due porte HDMI o una DisplayPort 1.2 con supporto MST. Tutto questo corrisponde a un paio di tile da 1920x2160 che vengono messe insieme come un array Eyefinity 2x1. La prossima generazione di schermi renderà possibile l'impostazione 3840x2160p60 senza tiling. La Radeon R9 290X può gestire il tutto tranquillamente, mentre AMD non è certa se i suoi vecchi controller saranno all'altezza.

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