Qualcomm costa ad Arm 50 milioni all'anno

Controversia su progetti Arm SoC acquisiti da Qualcomm con l'acquisto di Nuvia nel 2021: al centro del dibattito i diritti di proprietà intellettuale

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a cura di Andrea Maiellano

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Il processo tra Arm e Qualcomm sulla disputa riguardante i chip Snapdragon X Elite è proseguito per tutta la settimana in tribunale. I dirigenti di entrambe le aziende hanno testimoniato, cercando di minimizzare le accuse reciproche sul presunto utilizzo improprio della tecnologia Arm da parte di Qualcomm.

Al centro della controversia c'è l'acquisizione di Nuvia da parte di Qualcomm nel 2021. Arm sostiene che questo violi gli accordi di licenza con Nuvia e chiede la distruzione di tutti i chip basati su tale tecnologia. Secondo quanto riportato da Reuters, l'amministratore delegato di Arm, Rene Haas, ha dichiarato che l'acquisizione sta privando Arm di circa 50 milioni di dollari all'anno, oltre ai 300 milioni già versati da Qualcomm per l'utilizzo del set di istruzioni Arm.

Arm accusa Qualcomm di pagare royalty inferiori rispetto a quelle concordate con Nuvia.

Qualcomm respinge le accuse, sostenendo che Arm stia cercando di escluderla dal mercato dei PC. Gerard Williams III, fondatore di Nuvia e attuale vicepresidente senior dell'ingegneria di Qualcomm, ha affermato che la tecnologia Arm rappresenta "l'uno per cento o meno" dei progetti finali dei chip Qualcomm (qui potete trovare maggiori dettagli).

Sebbene le testimonianze siano ancora in corso, Reuters riporta che una decisione della giuria potrebbe arrivare già la prossima settimana. In caso di vittoria, Arm potrebbe potenzialmente bloccare le vendite di tutti i chip Snapdragon contenenti la tecnologia Nuvia, tra cui:

  • Snapdragon X Elite e Plus per PC Windows
  • Snapdragon 8 Elite per smartphone Android di fascia alta

L'esito di questo processo potrebbe avere importanti ripercussioni sul mercato dei processori per dispositivi mobili e PC, influenzando le future strategie di sviluppo e collaborazione tra i principali attori del settore, mettendo a rischio tutte le uscite del 2025, basate su questi processori, sia nel settore degli smartphone, che in quello dei PC consumer.

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