A Taipei sta per iniziare il Computex, importante fiera di tecnologia con una grande vocazione per l’hardware, e Cristiano Amon, CEO e presidente di Qualcomm ha tenuto un keynote dedicato alle grandi novità che hanno presentato nei mesi passati.
In effetti, questo significa che non c’è granché (ok, diciamo pure niente) di nuovo dal punto di vista degli annunci di piattaforma, ma ci sono alcuni punti strategici che dicono molto su quanto sta succedendo.
Il PC è rinato? No, sta solo cambiando pelle
Innanzitutto, Cristiano Amon ha messo l’accento sul fatto che i PC si riprendono la corona dello strumento più potente su cui fare computing. Se fossimo dei fanboy, potremmo esaltarci davanti a questa affermazione, ma la verità è che il PC non ha mai mollato lo scettro (affermazione che sembra essere ancora più da fanboy, ma che si basa sui dati di mercato).
Sì, è vero, Apple ha un ottimo processore per le mani e quelli basati su M3 e M2 sono computer molto potenti, ma questo non li ha certo resi la prima scelta per ambienti dove è necessaria potenza di calcolo. La quota di mercato di Apple non si schioda da qual “più o meno 10%” che la caratterizza da anni, anche da prima dell’introduzione dei processori M.
Quindi, no… il PC non è tornato. Né è rinato (altro claim che circola in casa Qualcomm). Si sta, però, sicuramente trasformando e questa rappresenta una grande opportunità per il produttore californiano.
Ovviamente, gira tutto intorno all’IA
Il cardine della trasformazione sta nell’intelligenza artificiale, nelle prestazioni specializzate in inferenza e nel rapporto potenza/consumi che Amon ci ha ampiamente ribadito essere tremendamente a favore della piattaforma Snapdragon X Elite.
Il processore Hexagon NPU integrato, infatti, non solo offre 45 TOPS, il valore più alto disponibile al momento, ma sembra essere anche il processore per AI più efficiente in termini di consumo energetico guardando i confronti diretti sia con l'Apple M3 sia con l'Intel Core Ultra 7 155H.
Ma questi numeri non mi impressionano, anche perché tra gli esperti del settore circolano voci insistenti sul fatto che i valori massimi visti sui benchmark ufficiali in queste settimane non saranno davvero replicabili sui dispositivi che andranno in vendita; quello che mi ha impressionato è il fatto che ben sette grandi produttori hanno preparato in tutto 15 modelli da mettere in vendita. E in futuro ci saranno anche altri form factor oltre ai notebook.
Ricordando che gli altri Windows PC basati su Arm avevano avuto un solo modello lanciato da un paio di marchi, si capisce che se Qualcomm gioca bene le sue carte può davvero entrare nel concitato mondo dei processori per PC e restarci.
Le sirene del prezzo elevato e la mancata promessa IA per tutti.
Deve stare attenta a qualche trappola, però. La prima è quella del posizionamento. Qualcomm sta giocando una partita difficile. Dal momento che le prestazioni sono, a suo dire, le più elevate disponibili al momento, allora vuole che gli Snapdragon X Elite vengano montati sui top di gamma.
Questo vuol dire due cose: innanzitutto, far passare il messaggio che lo slogan “AI per tutti” che viene speso da praticamente ogni produttore di computer è una amara bugia. Se vendi i computer che si vantano di essere i veri abilitatore alle meraviglie dell’IA a prezzi che partono da 1300 dollari (e chissà quale sarà il prezzo finale in Italia), è ovvio che il marcato resterà ridotto e che lo sviluppo di software (dove davvero sta la magia, come diceva Bill) sarà lento.
Il secondo problema è che per quanto adesso sia una piattaforma affidabile (già quella precedente lo era) Snapdragon X Elite rappresenta comunque un cambiamento tecnologico importante che verrà guardato con sospetto ancora per un po’ e relegarlo a notebook che avranno una diffusione relativamente bassa non l’aiuterà a guadagnarsi la fiducia dei consumatori.
Microsoft sta spingendo molto per avere un Windows per Arm che possa guadagnarsi la fiducia degli utenti, ma forse servirebbe un po’ di coraggio e iniziare a vendere macchine “per tutti” e non solo “per pochi”. Intanto, una cosa è certa: la concorrenza porta sempre dei grandi vantaggi per i consumatori e la partita dell’IA è solo all’inizio.