Conclusioni: nulla è cambiato
Possiamo definire i nuovi processori AMD a 65 nanometri come un die-shrink (riduzione del die) dei prodotti già esistenti, con alcune modifiche di minore entità. Sia che possediate un processore a 90 nm Windsor o un nuovo Brisbane a 65 nm, l'unica differenza la noterete sulla bolletta energetica: sotto carico massimo il nuovo processore è capace di ridurre il consumo energetico dell'intero sistema dell'11%. Questo miglioramento è formidabile se pensiamo che il resto del sistema è rimasto invariato, così come le prestazioni.
Tuttavia le performance non sono esattamente le stesse. Per alcune ragioni AMD ha inserito una cache L2 più lenta, impattando così sui benchmark sintetici e in minor misura su alcune applicazioni. Questo fattore non deve però essere una ragione per dissuadervi dall'acquisto di un sistema basato sul nuovo processore. La differenza nel mondo reale sarà trascurabile, specialmente se usate giochi 3D o applicazioni che non siano strettamente correlate alle prestazioni della cache della CPU.
Dal punto di vista dell'overclock, il nuovo processore non si comporta meglio rispetto ai prodotti a 90 nm. Ci aspettiamo che questa situazione cambi con step e processori futuri, e possiamo decisamente anticiparvi che i processori Athlon 64 X2 saranno overcloccabili almeno fino a 3.2 GHz. Tuttavia fino a quando non potremo convalidare con dei test questa affermazione, non vi raccomandiamo i processori Brisbane come scelta per l'overclock.
Le nostre conclusioni sono chiare: i Core 2 Duo rimangono la scelta migliore fino a che il processo produttivo a 65 nm di AMD non mostrerà i muscoli. Allo stesso tempo, per applicazioni mainstream non possiamo parlare male degli Athlon 64 X2 a 65 nm. . Di fatto consideriamo questi nuovi processori i prodotti migliori di casa AMD, grazie a requisiti energetici ridotti e quindi al minor surriscaldamento. Ora non ci resta che aspettare che i nuovi processori AMD facciano la loro vera comparsa sugli scaffali dei rivenditori.