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a cura di Manolo De Agostini

AMD ha promesso di supportare il socket AM4 fino al 2020, consentendo agli appassionati di montare nuove generazioni di CPU sulla stessa motherboard previo aggiornamento del BIOS. In molti all'arrivo delle CPU/APU Ryzen 2000 hanno scelto di acquistare schede madre con chipset B350 o X370, in particolare le prime data l'assenza delle B450 (in arrivo).

Il problema è che molte di quelle schede madre presenti nei negozi non avevano il BIOS aggiornato, quindi una volta assemblato il tutto, il PC non riconosceva la nuova CPU, anche se teoricamente compatibile.

Per risolvere la situazione AMD ha creato un "bootkit", inviando gratuitamente agli utenti (su richiesta) un processore Bristol Ridge (compatibile con AM4 ma non basato su architettura Zen) con relativo dissipatore per consentire l'avvio del computer, l'aggiornamento del BIOS e l'installazione della CPU acquistata.

motherboard

Aldilà di questa noia, non da poco, la strategia di mantenere una piattaforma unificata è ben vista dagli utenti, ma stando a quanto riporta Anandtech, nasconde delle insidie. Intel, dal canto suo, aggiorna con un ritmo maggiore (forse troppo!) socket e chipset, quindi il microcode richiesto per le generazioni precedenti di processori non è all'interno del BIOS della scheda, e quindi chi acquista sa che comprando una determinata piattaforma, supporterà sicuramente le CPU di una data generazione.

Nel caso di AMD invece, il BIOS deve contenere il microcode di tutti i processori supportati dalla piattaforma, anche quelli vecchi di qualche anno. Un fatto che starebbe causando dei problemi ai produttori di schede madre.

Durante il Computex i colleghi del sito statunitense hanno raccolto le rivelazioni di alcuni produttori, che si sono detti quasi costretti a eliminare il supporto ai processori Bristol Ridge su alcune loro motherboard (o trovare soluzioni alternative) per garantire la compatibilità con i nuovi modelli. Perché proprio i Bristol Ridge? Non hanno trovato grande diffusione sul mercato, almeno non immediata e non per tutti i modelli. E poi sempre meglio che rimuovere un Ryzen...

La maggior parte delle schede madre sul mercato si avvale infatti di chip BIOS da 128 Mbit (16 MB) che contengono tutte le informazioni necessarie per rilevare l'hardware e avviarlo nel modo corretto. Sembra però che 16 MB stiano diventando stretti, così i produttori stanno pensando di rimuovere il supporto ad alcuni modelli (come i Ryzen Pro non venduti al dettaglio) sulle loro motherboard.

Un'altra soluzione sarebbe quella di sviluppare differenti versioni di BIOS, supportando con una i Bristol Ridge e con l'altra gli altri processori, lasciando però spazio alla possibilità che qualche utente si sbagli e faccia il flash del BIOS sbagliato. Una soluzione temporanea potrebbe essere quella di creare interfacce più semplici: negli ultimi anni con l'arrivo dell'UEFI funzioni e orpelli grafici sono nettamente aumentati, anche di "peso".

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Certo, questo richiederebbe un maggior esborso economico sulla parte software, ma garantirebbe una soluzione pressoché indolore. Per quanto riguarda l'immediato futuro, il passaggio da chip BIOS da 128 e 256 Mbit non sembra del tutto fattibile, perché il prezzo raddoppia e i produttori hanno così tanti chip a 128 Mbit nei magazzini che non sarebbe economicamente intelligente fare questo salto.

A ogni modo quasi sicuramente le schede madre future - non sappiamo precisamente quando - avranno un chip da 256 Mbit oppure due chip da 128 Mbit affiancati e capaci di lavorare di concerto. In conclusione non si escludono cambiamenti per quanto riguarda il supporto ai processori AMD sulle schede madre attuali nel prossimo futuro.


Tom's Consiglia

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