Il TG1, nell'edizione delle 20 del 26 luglio, ha fatto uso dell'intelligenza artificiale per riprodurre la voce di Giovanni Toti durante un servizio sulle sue dimissioni dal ruolo di presidente della Regione Liguria.
Il telegiornale ha, infatti, utilizzato la tecnologia di clonazione vocale per leggere alcuni passaggi della lettera di dimissioni di Toti. Durante la trasmissione, è stata mostrata una sovraimpressione che informava gli spettatori che la voce era generata artificialmente.
La giornalista Roberta Ferrari, autrice del servizio, ha esplicitamente menzionato l'uso dell'IA all'inizio della lettura. Nonostante il timbro vocale di Toti sia stato rispettato, l'interpretazione è risultata piuttosto monocorde.
Le dimissioni di #GiovanniToti da governatore della Regione #Liguria. In una lettera, parla di decisione irrevocabile e scrive: "Tracciare regole chiare per la convivenza tra giustizia e politica". La voce di Giovanni Toti è stata riprodotta dall'intelligenza artificiale. #Tg1 pic.twitter.com/viNxfDfO4I
— Tg1 (@Tg1Rai) July 27, 2024
Questioni etiche e tecniche
Non è chiaro quale tecnologia specifica sia stata impiegata per clonare la voce di Toti, né se il politico abbia dato il suo consenso. Presumibilmente, la clonazione è avvenuta utilizzando campioni audio pubblicamente disponibili di Toti nel suo ruolo di governatore.
Al termine dell'edizione del TG1, è apparso un avviso che vietava l'utilizzo dei contenuti RAI per addestrare sistemi di IA, sottolineando le preoccupazioni etiche legate a queste tecnologie.
La RAI sta già implementando strumenti di intelligenza artificiale sviluppati dal proprio Centro Ricerche per applicazioni giornalistiche, tanto che il sindacato USIGRAI ha anche organizzato corsi formativi sull'IA per i giornalisti.
L'uso dell'IA per riprodurre voci di personalità pubbliche solleva, ovviamente, importanti questioni su autenticità, consenso e manipolazione delle informazioni. Mentre offre nuove possibilità creative per il giornalismo, richiede anche cautela e trasparenza per evitare potenziali abusi o disinformazione.