Ogni JBOD ha due moduli di espansione, collegati ai server per la ridondanza. Il Petarack usa dischi SAS, le cui due porte facilitano il collegamento ai server, per lo stesso scopo. L'idea è che se un server o un HBA va offline, l'altro percorso resta disponibile.
In uno chassis con molti dischi come questo le vibrazioni sono una questione rilevante. Se dovessimo costruire noi un "armadio" con 360 dischi meccanici senza un qualche dispositivo per attutire le vibrazioni le prestazioni calerebbero del 50% (secondo Aberdeen), e molti dischi si romperebbero in breve tempo. Le vibrazioni causerebbero errori, che gli hard drive tenterebbero di leggere e correggere di continuo. Le vibrazioni quindi riducono le prestazioni e compromettono la longevità degli hard disk.
Per questo i drive SAS da 3 TB sono la scelta migliore in questo contesto, perché uniscono affidabilità e capacità . Aberdeen afferma che il Petarack può funzionare anche con drive SAS da 15.000 RPM oppure unità SSD, per quei contesti dove le prestazioni sono determinanti. All'interno del Petarack si possono anche combinare tecnologie diverse, anche se in questo modo ovviamente sarà difficile o impossibile raggiungere un petabyte di capacità .