Con l'ultima generazione di processori Intel Core i7 dedicati al mercato consumer Intel ha deciso di fare un passo avanti per quanto riguarda il numero di core, passando dai quattro proposti fino alla settima generazione ai sei core delle proposte di ottava generazione.
Due core un tempo rappresentavano il non plus ultra dell'offerta nell'ambito delle CPU desktop, ma l'evoluzione tecnologica, spinta dalle continue innovazioni in tema di videogiochi, internet e produttività, ha richiesto l'aumento del numero di core.
Perciò per diversi anni abbiamo avuto processori mainstream con 4 core, 8 thread e frequenze elevate. Intel ha però notato che il pubblico non è più diviso in compartimenti stagni come in passato: un videogiocatore vuole avere la libertà di lavorare con software di editing audio e video, ma anche portare sul proprio canale YouTube contenuti in streaming, il tutto giocando contemporaneamente.
Insomma, tante operazioni, una diversa dall'altra per impatto prestazionale, iniziavano a mettere in difficoltà le pur valide CPU a 4 core. Con l'ottava generazione Intel ha mosso il primo passo in una direzione che vedrà un aumento costante del numero di core dei processori mainstream nei prossimi anni.
Intel è riuscita a stipare altri due core (e ulteriori quattro thread per un totale di 12) nelle stesse dimensioni delle CPU precedenti, per di più con consumi del tutto simili. Come ha fatto? L'azienda si è avvalsa di un ulteriore miglioramento del processo produttivo a 14 nanometri, chiamato 14nm++. Secondo Intel questo processo garantisce il 26% di prestazioni in più e una dispersione di corrente il 52% minore rispetto alla prima generazione dei 14 nanometri.
Questi progressi hanno permesso all'azienda di innalzare i livelli di Turbo Boost più alti e ridurre i consumi a sufficienza per ricavare spazio per i core in più. Un'altra novità è il supporto alle memorie DDR4-2666 con il controller integrato, rispetto alle DDR4-2400 delle CPU precedenti, per prestazioni di memoria ancora più alte.
Con l'aumento dei core è cresciuta anche la quantità di cache presente all'interno delle CPU Core i7: Intel ha infatti mantenuto 2 MB di cache L3 e 256 KB di cache L2 per core, per un totale di 13,5 MB di cache, in modo da accelerare ancora più operazioni che in passato.
Tutto questo non è andato a discapito della grafica. Malgrado lo spazio occupato dai core x86, Intel è riuscita a mantenere una GPU integrata in grado di offrire funzionalità di base, la UHD Graphics 630.
Come cambiano le prestazioni
Nei grafici in questa pagina potete vedere come i due core extra di un Core i7 di ottava generazione non garantiscono in tutti i giochi un vantaggio prestazionale. Non è demerito di Intel, ma è lo stato attuale dell'arte del mondo dei videogiochi. Sono pochi quelli che effettivamente sfruttano a dovere i tanti core e thread delle CPU.
Investire in una CPU a sei core è sensato soprattutto in ottica futura, e a tal proposito chi non ha il budget necessario per puntare al top di gamma Core i7-8700K farebbe bene a tenere in seria considerazione, soprattutto se il suo unico intento è giocare, al modello di fascia inferiore Core i5-8400, un sei core "puro" dall'ottimo rapporto tra qualità e prezzo.
Discorso diverso invece per quanto riguarda la produttività. Qui i carichi multi-thread sono molteplici e i nostri benchmark dimostrano che ci sono parecchie occasioni in cui un processore a sei core come il Core i7-8700K è utile per ridurre i tempi lavoro, che si tratti di editing di video, foto, compressione di file e molto altro.
Più core e thread consentono inoltre di gestire più operazioni con prestazioni ottimali. Come scritto prima, sono sempre di più le persone che vogliono fare più cose insieme, come giocare e fare streaming. Per questo Intel e in generale l'industria dei microprocessori sta puntando tanto sull'incrementare il numero di core e thread.
In conclusione, passare da un Core i7 di precedente generazione a uno di nuova generazione è un investimento decisamente più utile rispetto agli anni scorsi: vi portate a casa 2 core e 4 thread in più negli stessi consumi, ottenendo prestazioni al top nei giochi - con la possibilità di goderne per molti anni - e la capacità di avere alte prestazioni di produttività e nel cosiddetto ambito del "multitasking". L'occasione di ottenere prestazioni di calcolo superiori è quindi più ghiotta che mai.