L’orso bruno marsicano, icona della fauna italiana e simbolo di una fauna selvaggia residuale, è oggi una specie a rischio critico di estinzione, con meno di 60 individui stimati. Ogni volta che un orso attraversa una strada sull’Appennino, si apre un fronte invisibile di conflitto tra natura e società umana. Non è un evento raro né circoscritto: è il sintomo di un equilibrio fragile, messo sotto pressione da decenni di urbanizzazione, infrastrutture invasive e trasformazioni ecologiche.
E non si tratta solo di orsi che attraversano la strada, ma di una più generale questione di convivenza tra esseri umani e animali selvatici, e del loro diritto a esistere e muoversi liberamente in territori che abitiamo, attraversiamo o trasformiamo.
Alcune persone sono indifferenti a questo tema, altre vedono gli animali come un problema da eliminare, ma tante altre - si spera la maggior parte - cercano una soluzione che permetta una convivenza positiva per tutti. In questo contesto nasce WADAS, un progetto che usa l’intelligenza artificiale per invertire la rotta, restituendo alla montagna strumenti di difesa e convivenza. Un caso da manuale di Ai For Social Good (AI4SG).
Orsi e incidenti stradali
Negli ultimi anni, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) ha registrato un aumento significativo degli incidenti stradali che coinvolgono animali selvatici. Gli orsi, in particolare, sono vittime frequenti di collisioni notturne. Questi episodi, oltre a causare danni materiali e psicologici a chi guida, hanno un impatto devastante sulla sopravvivenza di una popolazione già ridotta all’osso. Il problema non è la presenza dell’orso, ma l’inadeguatezza dell’ambiente antropico a gestire una convivenza sostenibile.
Il traffico veicolare non è l’unico fattore di rischio. La presenza sempre più frequente dell’orso nei pressi dei centri abitati è indice di una duplice pressione: da un lato, la riduzione della disponibilità alimentare e dei corridoi ecologici; dall’altro, l’attrazione verso fonti di cibo umano facilmente accessibili. L’orso “confidente” non è un fenomeno folkloristico, ma un segnale di squilibrio ecologico.
Le tradizionali misure di mitigazione – segnaletica, barriere, rallentatori – si sono rivelate insufficienti su un territorio ampio, frammentato e poco presidiato. Serve un cambio di paradigma: passare da un modello reattivo a uno proattivo, dove la prevenzione si basa sull’intelligenza ambientale.
La soluzione: il progetto WADAS
WADAS (Wild Animal Detection and Alert System) nasce dall’incontro tra tecnologia, ricerca scientifica e attivismo. Sviluppato dall’associazione Salviamo l’Orso insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo e all’Università dell’Aquila, il progetto mira a creare un sistema distribuito di rilevamento e allerta basato sull’intelligenza artificiale. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Intel e Reolink.
Il sistema utilizza telecamere mobili a visione notturna, alimentate da pannelli solari, collegate a dispositivi edge dotati di AI locale. Non c’è bisogno di connessione internet costante né di infrastrutture cloud: tutto avviene sul posto. Il software, addestrato per riconoscere diverse specie animali, analizza i flussi video in tempo reale e invia notifiche agli operatori quando rileva la presenza di fauna potenzialmente a rischio.
La precisione del riconoscimento supera il 97%, con un sistema che distingue tra orsi, cervi, lupi, cinghiali e animali domestici. Quando un orso si avvicina a una strada, il sistema può attivare automaticamente pannelli luminosi per avvisare i veicoli, oppure segnalare il passaggio su una mappa accessibile online. Nei casi più avanzati, può persino azionare mangiatoie intelligenti per deviare l’animale verso aree sicure.
L’architettura decentralizzata e scalabile di WADAS consente una futura espansione verso altre aree protette, riserve forestali o persino aree agricole dove la fauna può causare danni o entrare in conflitto con le attività umane. Inoltre, l’evoluzione del software sta già considerando l’integrazione con reti neurali auto-adattive e sistemi predittivi basati su dati ambientali, meteo e stagionali.
WADAS incarna i principi fondamentali dell’AI for Social Good: accessibilità, trasparenza, impatto sociale, sostenibilità ambientale. È un progetto open source, nato da un’idea di Stefano Dell’Osa (WADAS team lead, Functional Safety Software Architect di Intel e volontario dell’associazione Salviamo L'Orso), che ha messo le proprie competenze al servizio di una causa collettiva. La sua forza sta nella capacità di unire diverse dimensioni: ricerca accademica, coinvolgimento delle comunità locali, collaborazione con enti pubblici e adattabilità tecnologica.
Il sistema è pensato per funzionare in contesti rurali e remoti, dove l’accesso a internet è limitato e le risorse scarse. L’utilizzo di edge computing garantisce autonomia energetica e riduce l’impatto ambientale. Inoltre, la scelta di un approccio decentralizzato consente agli enti locali di adottare e gestire il sistema in autonomia, rafforzando la capacità di intervento sul territorio.
WADAS ha potuto contare sul supporto tecnologico di Intel e Reolink, aziende che hanno messo a disposizione hardware e competenze. I dispositivi impiegati si basano su processori ad alta efficienza energetica con NPU integrate, pensate per elaborare carichi di lavoro AI in locale. Le telecamere utilizzate offrono una visione notturna discreta, che non disturba il comportamento naturale degli animali.
WADAS non è solo un esperimento tecnologico: è un laboratorio politico e culturale. Dimostra che è possibile usare l’AI per fare del bene, non solo per ottimizzare il consumo o la produttività.