OpenAI cancella prove chiave per la sua causa legale

OpenAI sotto accusa: il NYT denuncia la distruzione di prove cruciali. Nuovi interrogativi sulla trasparenza nel settore dell'intelligenza artificiale.

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a cura di Giulia Serena

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OpenAI ha accidentalmente cancellato prove cruciali raccolte dal New York Times e altri importanti giornali nella loro causa legale riguardante i dati di addestramento dell'IA, secondo quanto riportato in un documento depositato in tribunale mercoledì.

Il team legale dei giornali aveva impiegato oltre 150 ore per esaminare i dati di addestramento di OpenAI alla ricerca di istanze in cui i loro articoli erano stati inclusi. Tuttavia, il documento non spiega come si sia verificato questo errore o cosa contenessero esattamente i dati cancellati. OpenAI ha ammesso l'errore e ha tentato di recuperare i dati, ma ciò che è riuscita a salvare risulta incompleto e inaffidabile.

Questo incidente potrebbe avere importanti ripercussioni sulla causa intentata dal New York Times contro OpenAI lo scorso dicembre. Il giornale sostiene che OpenAI e Microsoft abbiano costruito i loro strumenti di IA copiando e utilizzando milioni di articoli della testata, entrando così in diretta competizione con i suoi contenuti.

La cancellazione dei dati complica ulteriormente una battaglia legale già costosa e complessa. Il New York Times ha già speso oltre un milione di dollari in spese legali, una cifra che pochi altri editori possono permettersi. Nel frattempo, OpenAI ha stretto accordi con importanti testate come Axel Springer, Condé Nast e Vox Media, suggerendo che molti editori preferiscano collaborare piuttosto che combattere.

OpenAI ha rifiutato di unirsi al New York Times nel presentare l'aggiornamento al tribunale. La dichiarazione è stata depositata da Jennifer Maisel, un'avvocata che rappresenta le organizzazioni giornalistiche, per informare formalmente il tribunale sull'accaduto.

In una email inviata a The Verge, il portavoce di OpenAI Jason Deutrom ha dichiarato che l'azienda "non è d'accordo con le caratterizzazioni fatte" e presenterà presto una propria risposta. Il New York Times ha declinato la richiesta di commento da parte di The Verge.

L'attuale disputa tra il New York Times e OpenAI rappresenta un nuovo capitolo in questa evoluzione legale, ponendo domande fondamentali sul valore e la proprietà dell'informazione nell'era dell'IA.

Un aspetto curioso di questa vicenda è come la tecnologia stessa al centro della controversia possa potenzialmente rivoluzionare il sistema legale. Infatti, i sistemi di IA stanno già venendo utilizzati per analizzare documenti legali e precedenti giurisprudenziali, accelerando e potenzialmente migliorando il processo di ricerca legale.

L'intelligenza artificiale sta sfidando non solo il nostro concetto di creatività e proprietà intellettuale, ma anche i fondamenti stessi del nostro sistema giuridico.

Dal punto di vista storico, è interessante notare come questa disputa si inserisca in un più ampio dibattito sulla regolamentazione dell'IA. L'Unione Europea, ad esempio, sta lavorando all'AI Act, una legge pionieristica che mira a stabilire un quadro normativo per l'uso dell'IA, incluse disposizioni sulla trasparenza e la responsabilità nell'utilizzo dei dati.

Insomma, la cancellazione accidentale dei dati da parte di OpenAI non è solo un incidente tecnico, ma un evento che sottolinea la complessità e l'importanza di gestire correttamente le informazioni nell'era dell'IA, aprendo nuovi scenari per il futuro del diritto d'autore e della proprietà intellettuale.

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