Qualcuno direbbe "Per me OnlyFans è il nuovo Facebook". Effettivamente si sempre parlare sempre più spesso di questo social un po' più spinto di quelli a cui siamo abituati a utilizzare, e che ultimamente sembra star riscuotendo un successo mai visto prima, considerando che a maggio 2020 sono stati registrati "tra i 7.000 e gli 8.000 nuovi creatori di contenuti ogni giorno" e "circa 200.000 nuovi utenti ogni 24 ore". Bei numeri, senza dubbio.
Alla fine il funzionamento del social è molto semplice: modelli (sia dilettanti che professionali) postano contenuti multimediali di nudo (o semplicemente foto di semi nudo), che possono essere visibili ai loro iscritti (per l'appunto, i fan) dietro il pagamento di una quota mensile. Inoltre, pagando degli extra, si possono anche ottenere anche contenuti esclusivi e personalizzati. OnlyFans dichiara che l'80% delle commissioni rimane ai creatori di contenuti, trattenendo come quota solamente il 20% dei guadagni.
Sicuramente il fatto che i contenuti di centinaia di utenti siano stati resi disponibili su Google Drive avrà reso felici tutti i fan che non possono permettersi di pagare un abbonamento, ma di certo la cosa non sarà andata giù ai creatori di contenuti e alla società. I ricercatori di BackChannel, una società di cyber security, hanno già reso disponibile un tool che consente agli utenti di controllare se anche i loro contenuti fanno parte di questo leak, che sembra comunque avere dimensioni abbastanza importanti: si parla di ben 279 profili di creatori di contenuti, con cartelle che superano anche i 10 GB di materiale.
Aaron DeVera, ricercatore di BackChannel, ha dichiarato che:
"Non è inusuale che gli iscritti a OnlyFans condividano tra loro i contenuti degli utenti che seguono. Il sito non controlla molto bene i contenuti, ed è pieno di bot che chiunque può usare. La particolarità di questo leak però sta nel fatto che una quantità così vasta di utenti siano stati messi insieme in una sola cartella. Questo ci fa pensare che ci sia dietro il lavoro di più persone, o che il leaker abbia preso materiale da più fonti. Non diamo per scontato che l'utente che ha pubblicato il leak su RaidForums sia il creatore della cartella su Google Drive."
La vera beffa per i creatori di contenuti riguarda però la modalità con cui dovranno segnalare la violazione del copyright: la segnalazione, infatti, va fatta individualmente per ogni file. L'esperienza potrebbe rivelarsi veramente tediosa, soprattutto nel caso di quelle cartelle da 10 GB citate prima.