Quando sei un colosso come Microsoft e hai le mani in pasta dappertutto, ma c’è qualcosa in cui hai perso il treno o in cui non sei riuscito a emergere come tuo solito, è chiaro che fai affidamento a tutte le tue risorse per riguadagnare terreno. Anche se talvolta, all'apparenza, le manovre messe in campo potrebbero far alzare più di un sopracciglio e non apparire del tutto convenzionali.
L’azienda di Seattle ha annunciato che nel corso di febbraio l’installazione di Office 365 ProPlus avrà anche un regalo che probabilmente non sarà gradito ai più: s’installerà anche un’estensione per Chrome che andrà a sostituire Google come motore di ricerca predefinito, selezionando Bing.
L’estensione prende il nome di Microsoft Search in Bing Quick Access, ed è già presente sul Chrome Web Store. Inizialmente sarà installata sui PC “residenti” in Australia, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, ma se non ci saranno controindicazioni - o meglio, se i risultati saranno buoni - potrebbe essere estesa ad altri territori.
Microsoft Search unisce Office, Bing e Windows per consentire agli utenti di ricercare documenti e file locali o cloud direttamente dalla barra del browser.
Office 365 ProPlus è tra gli abbonamenti più completi della suite per la produttività in ufficio e si rivolge principalmente al mondo delle aziende - non ha nulla a che fare con Office 365 Business. Per questo non stupisce che molti amministratori IT si siano già riversati su Reddit esprimendo il loro disappunto: si teme infatti che molti utenti andranno in confusione e ciò causerà problemi e un aumento ingiustificato della mole di lavoro per l’help desk.
L’attuale scelta di Microsoft di imporre l’installazione dell’estensione è perciò vista come una manovra per spingere la diffusione di Bing. Manovre che in passato, anche recente, hanno fatto sobbalzare Bruxelles e l’antitrust UE. Microsoft però si è cautelata e permette il cosiddetto “opt-out”, tramite un criterio di gruppo implementabile dagli amministratori IT. Sembra comunque che in futuro anche Firefox sarà toccato da questa politica. Maggiori dettagli li trovate a questo indirizzo.