Da tempo il mining di cryptovalute sembra essere un problema che affligge un po' chiunque nel mondo: se prima dell'esplosione di questa bolla l'unica "preoccupazione" degli appassionati che volevano comprare le schede video appena uscite sembravano essere i cosiddetti "bagarini" (tutt'ora presenti, nelle più svariate forme), ora anche i miner sono entrati in gioco, acquistando schede grafiche in stock per alimentare le loro "mining farm". Chi resta all'asciutto, in tutto ciò, è il gamer medio, che si rifiuta (o che non può permettersi) di acquistare le schede a prezzi triplicati rispetto a quelli consigliati (e per fortuna, aggiungerei).
A tal proposito, NVIDIA sembra voglia prendere le difese della parte lesa, agendo sulle nuove GPU della serie Ampere (che comprende tutta la lineup GeForce RTX 30 e la nuova, vociferata GeForce RTX 3080 Ti), che attualmente non sono ancora del tutto protette contro il mining di cryptovalute. Il "problema" sembra risiedere nella GPU GA102-225-A1, che consente ancora di raggiungere l'hash rate massimo per elaborare gli algoritmi di mining con l'attuale driver 470.05 BETA.
La soluzione proposta da NVIDIA è molto semplice: su tutte le nuove schede grafiche verrà montata la nuova GPU GA102-22*-A1, che risulta essere già in produzione e non sarà compatibile con nessuno dei driver esistenti attualmente. Oltre alla RTX 3080 Ti, le nuove GPU verranno montate sulle seguenti schede video:
- GeForce RTX 3090 - GA102-300-A1 -> GA102-302-A1
- GeForce RTX 3080 - GA-102-200-A1 -> GA-102-202-A1
- GeForce RTX 3070 - GA104-300-A1 -> GA-104-302-A1
- GeForce RTX 3060 Ti - GA104-200-A1 -> GA104-202-A1
- GeForce RTX 3060 - GA106-300-A1 -> GA106-302-A1
Ovviamente NVIDIA ha preso le dovute misure cautelari anche nel caso in cui qualche utente provasse a installare il vecchio firmware sulle nuove schede grafiche: l'operazione infatti porterebbe a una schermata nera che precluderebbe quindi l'utilizzo del PC. Ciò sarebbe dovuto al fatto che è stato introdotto anche un nuovo hardware ID, che non consentirebbe dunque al vecchio firmware del BIOS di non funzionare sulle nuove schede, oltre che a limitare totalmente l'hash rate e di conseguenza le performance di mining, rimuovendo dunque i miner dalla lista dei potenziali acquirenti dei nuovi prodotti.
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