Il panorama tecnologico statunitense sta vivendo una significativa trasformazione con l'espansione della produzione di chip AI sul territorio nazionale. Nvidia ha recentemente avviato la produzione dei suoi potenti processori Blackwell presso gli stabilimenti TSMC di Phoenix, Arizona. Questa mossa rappresenta un importante passo verso la rilocalizzazione di tecnologie strategiche in territorio americano, in un contesto globale caratterizzato da crescenti tensioni commerciali e preoccupazioni per la sicurezza delle catene di approvvigionamento tecnologiche.
L'impegno di TSMC negli Stati Uniti si è concretizzato con un investimento colossale di 100 miliardi di dollari annunciato il mese scorso. L'azienda taiwanese, riconosciuta come il più grande produttore di chip al mondo, ha già iniziato a fabbricare semiconduttori utilizzando il processo a 4 nanometri nel suo stabilimento dell'Arizona dallo scorso gennaio, e guarda già oltre: entro la fine del decennio, prevede di realizzare chip ancora più efficienti con tecnologia a 2 nanometri.
Sebbene Nvidia non abbia specificato quali modelli specifici della famiglia Blackwell vengano attualmente prodotti in Arizona, è noto che questi processori GPU di nuova generazione utilizzano il processo personalizzato 4NP di TSMC. Non è chiaro se tra questi figuri anche il recente Blackwell Ultra GB300, il chip di punta presentato all'inizio dell'anno e progettato specificamente per le applicazioni di intelligenza artificiale più esigenti.
La catena produttiva non si limita alla fabbricazione dei chip: aziende locali dell'Arizona si occupano successivamente delle fasi di assemblaggio e testing, completando così un ciclo produttivo che rimane interamente sul suolo americano.
L'espansione di Nvidia sul territorio statunitense non si ferma all'Arizona. L'azienda ha infatti annunciato una partnership strategica con i giganti dell'elettronica Foxconn e Wistron per costruire impianti di produzione di supercomputer in Texas. Secondo le previsioni della compagnia, la produzione di massa in questi due stabilimenti dovrebbe intensificarsi nei prossimi 12-15 mesi, segnando un'ulteriore tappa nella strategia di localizzazione produttiva.
"La produzione di chip AI Nvidia e supercomputer per le fabbriche di intelligenza artificiale americane creerà prevedibilmente centinaia di migliaia di posti di lavoro e genererà trilioni di dollari in sicurezza economica nei prossimi decenni", afferma l'azienda nel suo comunicato.
Una dichiarazione che sottolinea non solo l'importanza tecnologica dell'operazione, ma anche il suo impatto socioeconomico potenziale.
Questa espansione produttiva negli Stati Uniti si inserisce in un contesto più ampio di rivalità tecnologica globale, dove il controllo delle tecnologie di intelligenza artificiale viene considerato sempre più una questione di sicurezza nazionale. La capacità di produrre localmente i componenti più avanzati per l'AI rappresenta quindi non solo un vantaggio competitivo per le aziende coinvolte, ma anche un elemento chiave della strategia tecnologica americana nel suo complesso.
Invece è TSMC a produrre chip e tra i tanti clienti c'è anche Nvidia.
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