Nuovo scontro sui diritti digitali: OpenAI e Microsoft sotto accusa per violazione del diritto d'autore

Il Center for Investigative Reporting (CIR), ha annunciato di aver avviato una causa legale contro Microsoft e OpenAI per violazione del diritto d'autore.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il Center for Investigative Reporting (CIR), organizzazione non profit che produce Mother Jones e Reveal, ha annunciato di aver avviato una causa legale contro Microsoft e OpenAI per presunta violazione del diritto d'autore.

Questa mossa segue le azioni legali intraprese dal New York Times e da molte altre testate giornalistiche.

Secondo Monika Bauerlein, CEO del CIR, le due aziende hanno utilizzato i contenuti del CIR per addestrare le loro intelligenze artificiali senza chiedere alcun tipo di autorizzazione o offrire compensi, a differenza di altre aziende che hanno stipulato accordi di licenza con il CIR.

Questo comportamento da approfittatori non è solo ingiusto, ma rappresenta anche una violazione del diritto d'autore. Il lavoro dei giornalisti al CIR, così come in altre testate giornalistiche, ha un valore che sia OpenAI che Microsoft riconoscono perfettamente.

Monika Bauerlein.

L'accusa sostiene che OpenAI e Microsoft hanno copiato i contenuti del CIR, minando le relazioni con i lettori, e i partner, e privando il CIR delle entrate che gli spetterebbero di diritto per l'utilizzo del materiale protetto da copyright.

123RF / rokastenys
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Altre testate come The New York Daily News, Chicago Tribune, The Intercept, Raw Story, AlterNet e The Denver Post, controllate dal fondo di investimento Alden Global Capital, hanno intrapreso azioni legali analoghe contro le due compagnie tecnologiche.

Un portavoce di OpenAI ha risposto alle accuse dicendo che l'azienda sta lavorando in collaborazione con l'industria dei media e che ha già iniziato a stipulare delle partnership con diversi editori di notizie globali per mostrare i loro contenuti nei prodotti OpenAI, quali ChatGPT, includendo riassunti, citazioni e attribuzioni che indirizzano il traffico verso gli articoli originali.

Microsoft, invece, non ha rilasciato alcun commento in merito alla vicenda. 

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