Il sistema operativo di Microsoft si prepara a una piccola rivoluzione silenziosa che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gestiamo i nostri dati. Le ultime build insider di Windows 11 stanno introducendo una novità interessante: la possibilità di installare il sistema operativo su partizioni formattate non solo con il tradizionale NTFS, ma anche con il più recente ReFS (Resilient File System), aprendo scenari interessanti per gli utenti più esigenti.
Build 27823 adds a menu for formatting/partitioning unallocated disks with Flexible Storage to Windows Setup pic.twitter.com/apoCikWpwt
— phantomofearth 🌳 (@phantomofearth) March 26, 2025
La novità è emersa grazie all'utente PhantomOfEarth, noto esploratore delle build insider, che ha individuato questa opzione nella Build 27823 del canale Canary. Durante l'installazione pulita di Windows 11, gli utenti possono ora selezionare il tipo di formattazione per le partizioni non allocate, scegliendo tra il classico NTFS o il più recente ReFS attraverso un'interfaccia chiamata "Flexible Storage".
L'implementazione sembra però ancora in fase sperimentale, tanto che l'accesso alla funzionalità avviene tramite un pulsante "invisibile" nella schermata di installazione, posizionato in modo asimmetrico rispetto all'interfaccia principale di configurazione di Windows 11.
Il ReFS rappresenta un significativo passo avanti per Microsoft nel campo dei file system. Progettato per sostituire eventualmente NTFS, introdotto ormai nel lontano 1993, offre diversi vantaggi in termini di prestazioni e affidabilità. Tra i principali benefici troviamo una maggiore integrità dei dati, performance migliorate e una gestione delle partizioni che può raggiungere dimensioni colossali fino a 35 petabyte, contro i 256 terabyte supportati da NTFS.
La robustezza del ReFS deriva dall'uso di tecnologie avanzate come i checksum per i metadati, l'integrazione con Storage Spaces e meccanismi proattivi di correzione degli errori. Particolarmente interessante è la sua capacità di collocare i dati più frequentemente utilizzati sui supporti di archiviazione più veloci, ottimizzando così l'esperienza d'uso.
Non è la prima volta che Microsoft porta funzionalità ReFS dal mondo server al Windows 11 consumer. Già nell'ottobre scorso avevamo visto l'arrivo di ReFS Block Cloning, una tecnologia che promette di aumentare notevolmente la velocità di copia dei file.
Tuttavia, ReFS presenta ancora alcune limitazioni significative. Secondo la documentazione ufficiale di Microsoft, questa tecnologia non può attualmente essere utilizzata per dischi di avvio del sistema operativo o per supporti rimovibili. Mancano inoltre funzionalità che diamo per scontate con NTFS, come la compressione del file system o le quote disco.
Microsoft stessa indica che queste funzionalità non sono disponibili "al momento", suggerendo che il team di sviluppo stia lavorando per implementarle in futuro. Questo lascia intendere che stiamo assistendo solo alle prime fasi di un'evoluzione tecnologica che potrebbe, nel lungo periodo, portare a un completo ripensamento dell'architettura di archiviazione di Windows.
Un ponte tra mondi diversi
L'introduzione di ReFS nelle build consumer rappresenta un interessante punto di convergenza tra le tecnologie enterprise e quelle destinate all'utenza domestica. Microsoft sembra intenzionata a portare gradualmente le innovazioni sviluppate per i server verso il mercato di massa, offrendo agli utenti più esigenti strumenti precedentemente riservati agli ambienti professionali.
Bisognerà capire, ovviamente, quando e come queste funzionalità diventeranno parte integrante dell'esperienza Windows 11 standard, e soprattutto se ReFS riuscirà un giorno a superare completamente il suo predecessore NTFS, accompagnandoci verso un nuovo paradigma di gestione dei dati sul sistema operativo più diffuso al mondo.