L'abbattimento dei costi aziendali passa dalle stampanti
Lexmark è l'unico produttore nel settore stampanti che si dedica solo ed esclusivamente a questi prodotti - diversamente da Canon, HP, ecc…- quindi deve essere a maggior ragione ricettivo nei confronti dei bisogni dei consumatori.
Le nuove linee non a caso vantano funzionalità ideate per migliorare la produttività dei gruppi di lavoro e per i ridurre i costi aziendali. Secondo una ricerca commissionata a Gartner infatti, i costi di stampa rappresentano dall'1% al 3% del fatturato annuale delle aziende.
La profezia del "paperless office" purtroppo non si è avverata. La diffusione delle reti ha portato molte informazioni fruibili digitalmente, però ciò che interessa viene ancora stampato. Le scrivanie degli uffici sono tuttora affollate da centinaia di fogli di carta e come ulteriore smacco alla Foresta Amazzonica sembra che ben il 17% dei fogli stampati si rivelino inutili.
Secondo i dati presentati da Lexmark in una recente conferenza stampa il costo medio per la stampa di un documento è composto per il 5% dal costo di acquisto della stampante, per il 50% dai costi di gestione (installazione, configurazione, gestione rete) e per il 45% dai costi operativi (carta, consumabili, manutenzione, elettricità)
Se aggiungiamo le operazioni manuali successive alla stampa (rilegare, fascicolare) e il tempo speso per deambulare da e verso gli accessori di stampa, l'incisività del costo d'acquisto delle stampanti scende fino all'1%. Da anni infatti la tendenza è di valorizzazione l'intero costo di "gestione documentale" andando oltre il mero ragionamento sui costi d'acquisto dell'hardware. In mancanza di una sfera di cristallo sulle previsioni dei costi (si possono solo stimare), ai responsabili IT tocca valutare con attenzione funzionalità e servizi aggiuntivi al momento di meditare nuovi acquisti.